Brasile & Sud America
 
 
NICARAGUA  
Nicaragua, in pericolo la fragile democrazia
Di Roberto Lovari da L’Avanti del 06/01/09
Nei primi giorni di gennaio Daniel Ortega celebrerà due anni di presidenza del Nicaragua.
Quando entrò in carica, dopo essere stato eletto con il 38% dei voti nel novembre del 2006, annunciò subito di voler entrare nell’ALBA (Alternativa Bolivariana delle Americhe), lo schieramento guidato da Chavez in funzione chiaramente anti USA. Nonostante questa scelta tutti pensavano che Ortega e il vecchio FSLN non avrebbero ripetuto le scelte autoritarie degli anni ’80 che poi li portò alla sconfitta nel ’90 e che li tenne per 16 anni lontani dal potere.
Purtroppo non è stato così e il paese affonda ogni giorno di più nel caos e nella paralisi.
Nei primi giorni di gennaio i deputati dell’opposizione del Partito Liberal Costituzionalista si riuniranno per denunciare penalmente Ortega. L’accusa è di usurpare i diritti del Parlamento e di violare la costituzione con i suoi decreti legge che cambiano le leggi sul bilancio.
Il Governo risponde accusando l’opposizione di rovinare il paese bloccando i lavori del Parlamento. Infatti di fronte alle decisioni dei sandinisti di bloccare un disegno di legge per annullare le elezioni amministrative del 9 novembre, l’opposizione non si presenta in parlamento impedendogli di lavorare per mancanza di numero legale.
A denunciare la mancata regolarità delle elezioni del 9 di novembre in cui i sandinisti si erano dichiarati vincitori in ben 105 dei 147 comuni in discussione, non era stata solo l’opposizione, ma anche la ONG dell’ex presidente nordamericano Jimmy Carter, la chiesa cattolica, varie ONG presenti nel paese e L’Unione Europea.
Cancellazione di partiti, accuse e violenze sugli avversari avevano caratterizzato queste elezioni svoltesi senza nessun osservatore internazionale nonostante le richieste fatte da varie parti.
Ad accendere il clima politico hanno decisamente contribuito i comportamenti della moglie di Ortega. Senza peli sulla lingua gli esponenti dell’opposizione la accusano di agire come una specie di primo ministro e di influire nella nomina di ministri, ambasciatori e di alti funzionari dello stato, di comportarsi come una coppia di monarchi.
L’opposizione denuncia inoltre manovre su manovre per impadronirsi delle leve di comando dell’esercito e della polizia.
Grande discussione ha sollevato l’arrivo di una flotta russa. Il fatto ha richiamato alla memoria di molti cittadini del Nicaragua gli anni ’80, quando il paese si schierò con l’URSS provocando la reazione degli USA che armarono i “contras” in una lunga e sanguinosa guerriglia.
I comportamenti autoritari e le violazioni della democrazia rischiano di avere pesanti conseguenze sul piano economico. Il paese, con 950 dollari di reddito pro capite annuo, è uno dei più poveri di tutto l’emisfero occidentale. Il FMI e la Banca Mondiale hanno cancellato nel 2005 tutto il debito estero, circa 4 miliardi di dollari, ma adesso i vari donatori hanno sospeso gli aiuti al Nicaragua.
L’Unione Europea ha congelato 37 milioni di euro. L’ambasciatore francese Thierry Frysse ha detto di non voler entrare nelle questioni interne, ma se si vogliono gli aiuti bisogna rispettare gli accordi firmati. Non solo, ma in un forum a Montevideo Ortega ha accusato gli USA e la UE di essere dei terroristi e di essere la causa di tutti i mali del mondo, oltre ad insultare Francesco Mosca, dirigente della Comunità Europea per il Centro America.
Gli USA martedì 16 dicembre hanno annunciato che se non sarà risolta la questione delle elezioni amministrative di novembre si bloccheranno gli aiuti dell”Obiettivo Millennio” e hanno dato 90 giorni per sciogliere il nodo. L’ambasciatore USA ha detto che il Nicaragua è un paese sovrano e ha il diritto di avere elezioni senza interferenze esterne, ma facendo rispettare i criteri previsti dalla Organizzazione degli Stati Americani di cui il Nicaragua fa parte: elezioni libere, giuste e trasparenti. L’ambasciatore ha ricordato inoltre che dal ’90 gli USA hanno donato al Nicaragua ben 1400 milioni di dollari. Altri 100 milioni di dollari sono stati bloccati dal Gruppo di Appoggio al Bilancio formato da Germania, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Inghilterra, UE ed altri organismi. Ortega ha risposto che tutto questo avviene perché il suo governo non accetta che la UE e gli USA continuino ad imporre al mondo la “tirannia capitalista”.
Sul finire dell’anno l’ex presidente nicaraguense Arnoldo Aleman ha proposto a Ortega di riunire il parlamento per approvare tutte quelle leggi che permetteranno l’arrivo degli aiuti dall’estero, a condizione che venga anche approvata la legge che annulla le elezioni del 9 novembre.

torna indietro torna sopra