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Gli “orfani” esteri di Chavez
di Roberto Lovari – pubblicato da Agenzia Fuoritutto
La scomparsa di Hugo Chavez Frias ha aperto un ventaglio di domande e di problemi complessi e dagli esiti difficilmente prevedibili. Come tutti i “caudillos”, Chavez non ha lasciato eredi. La sua forte personalità e i suoi comportamenti non hanno fatto crescere figure forti e di prestigio capaci di sostituirlo con facilità e sicurezza. Certamente le elezioni del 14 di aprile confermeranno la scelta di Chavez di Nicolas Maduro come suo successore alla guida della Repubblica Bolivariana del Venezuela e del suo “Socialismo del XXI secolo”. Il clima di emozione e il vasto potere dello “Chavismo” assicureranno il successo a Maduro, ma il 14 aprile si aprirà anche la partita dello “Chavismo” senza Chavez. Non tutto è scontato e certo, tra l’altro il confronto tra le varie anime dello Chavismo è appena iniziato ed è proprio questo clima di incertezza del futuro del Venezuela che agita gli stati alleati di Chavez. Grazie alla sua forte personalità e alle ingenti risorse finanziarie provenienti dal petrolio, Chavez aveva costruito attorno a sé e alle sue idee un insieme di alleanze. Si va dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per le Americhe), alla recente CELAC (Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi), per non parlare dello strategico Petrocaribe. Cuba, Ecuador, Venezuela, Bolivia e Nicaragua si erano stretti in una alleanza sostenuta dalla comune avversione per l’Impero, leggi USA, e dai generosi aiuti in petrolio. Alcuni osservatori hanno coniato il termine di “petroalleati”, volendo significare che per alcuni di loro il petrolio è quasi la condizione dell’esistenza del regime politico del paese. Il caso limite è rappresentato da Cuba. Non ci sono statistiche o dati seri, ma è certo che il regime della dinastia di Castro non sopravvivrebbe senza i miliardi di dollari o i centomila barili di petrolio giornalieri che il grande estimatore Chavez forniva all’isola. Certamente ci sono i pagamenti per i servizi che i medici, i maestri e i tecnici cubani danno al Venezuela, alcuni dicono anche per i servizi che il servizio segreto cubano svolge nel controllare gli inquieti militari venezuelani. Il sandinista Ortega riceve un miliardo e trecento milioni di dollari in petrolio, pagato sottocosto e con prestiti al tasso dell1% all’anno per 25 anni. Si potrebbe continuare a lungo, è naturale che i “petroalleati” guardino con preoccupazione alla situazione in Venezuela, da essa dipende anche il loro futuro politico. Le elezioni future e il loro risultato, le crescenti difficoltà economiche degli eredi di Chavez sono solo alcuni dati di una partita molto complicata.

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