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La visita del Papa mette a nudo la tragedia di Cuba
di Roberto Lovari l’Opinione 31/03/2012
La visita del Papa non produrrà nell’immediato grandi cambiamenti, ma sia il Papa che la dittatura cubana, l’opposizione e gli esuli potranno vantarsi di aver ottenuto risultati positivi. Il dittatore Raul Castro e suo fratello Fidel hanno ottenuto lo scopo di contrastare la loro immagine di paria internazionali, evitati da molti leader mondiali per non permettere elezioni libere, né partiti di opposizione, né una libera informazione. In un recente vertice nei Caraibi un albergo di una catena nord americana si è rifiutato di dar loro le stanze. Certamente ricevendo Benedetto XVI con una trasmissione televisiva mondiale, Raul ha avuto una grande tribuna per attaccare gli USA e una legittimità per il regime cubano. Le due cariatidi ottantenni hanno tentato di convincere il mondo che Cuba sta cambiando. Si potrebbe pensare che la visita di Benedetto XVI abbia dato una boccata di ossigeno ad un regime morente. È l’esatto contrario. Senza mai uscire dal campo religioso, la visita del Papa ha messo a nudo la vergognosa realtà dell’isola dei Caraibi. Alcuni hanno parlato di accordi del Papa per ottenere maggiori libertà per i Cattolici e per le loro organizzazioni, è vero, ma se c’è bisogno di maggiori spazi vuol dire che a Cuba il regime comunista non si è aperto totalmente alla libertà religiosa. Dopo la visita di Giovanni Paolo II nel ’98, la realtà è certamente cambiata. Quando prese il potere Castro espulse o imprigionò centinaia di preti, le chiese furono chiuse, solo alla fine dell’anno della visita del Papa, dopo quarant’anni, il 25 dicembre è stato di nuovo dichiarato giorno festivo. In questi 14 anni la Chiesa Cattolica ha riaperto Chiese, Seminari, ha avuto spazi nell’informazione, addirittura l’Arcivescovo dell’Avana ha potuto parlare della visita papale in TV, anche se in un canale non molto seguito. Ma, se la Chiesa Cattolica otterrà più spazi e libertà non sarà lo stesso per le altre realtà religiose di Cuba, gli Evangelici e i seguaci della Santeria,l’antica religione degli afro cubani venuti dall’Africa. Tutto il mondo però è venuto a sapere che il regime cubano vieta ai Pentecostali Evangelici, in tumultuosa crescita, di riunirsi anche nelle case, essendo molto difficile aprire chiese. La vecchia religione popolare della Santeria ha ricordato al mondo la sua grande forza, nonostante decenni di repressione comunista. L’opposizione cubana come le “Damas de blanco” non hanno potuto incontrare il Papa per esplicito divieto delle autorità, ma tutti i mezzi di comunicazione del mondo hanno parlato di loro e di come un’ondata di arresti senza precedenti si sia abbattuta su di loro. Gli esuli cubani, che con una flottiglia di navi ormeggiata a 20 Km dalla costa, in acque internazionali, hanno lanciato razzi luminosi hanno ricordato l’immane tragedia di un milione di persone, quasi il 10% della popolazione, in esilio a causa della dittatura dei fratelli Castro. Non sono mancate le gaffe, come quella del Primate di Cuba, Ortega, che ha chiesto l’intervento della polizia per sgomberare una chiesa occupata da dissidenti. Ma, se non sono mancate contraddizioni, il risultato è stato chiaro, si è smontata senza appello la farsa di una Cuba con grandi novità e in fase di cambiamento. Il regime è stato messo a nudo. Alcuni commentatori hanno ricordato come l’esercito cubano abbia aperto un suo sito su internet, a dimostrazione di un peso sempre crescente in tutti i campi. Non bisogna dimenticare che l’esercito cubano ha avuto come suo ministro per 48 anni Raul Castro. La dittatura rafforza le sue strutture di repressione perché ha paura che si ripeta quello che avvenne dopo la caduta dell’URSS, quando, venuti meno i cinque miliardi di dollari sovietici, il regime “apre” al turismo, al “turismo sessuale”, e Cuba divenne in quegli anni il postribolo più grande del mondo. Ora l’incubo si chiama Chavez, se fosse battuto alle elezioni di ottobre, se la malattia gli impedisse di continuare a fare politica, si creerebbe una situazione dagli esiti imprevedibili. I dieci miliardi di dollari che Chavez regala a Cuba in cambio delle cosiddette “misiones” sono una risorsa centrale nell’economia cubana. Un’economia che, di tutte le riforme sbandierate, ha visto solo la possibilità di acquistare macchine straniere o di vendere le proprie case, ben poco per una società sottoposta da 50 anni al disastro dell’economia di stato. Per nascondere ancora una volta la vergogna dell’ultima dittatura assassina dell’Occidente, si è creato un ridicolo “battage” sulla religiosità di Fidel Castro. Non solo si sono scomodati i vecchi rottami della Teologia della Liberazione, come Frei Betto o Leonardo Boff, da tempo allontanatisi o cacciati dalla Chiesa Cattolica, ma si è arrivati a scrivere di Castro: “vista la forte impronta religiosa che ha mostrato nel suo percorso politico”, come ha fatto Repubblica. Il giornalista autore del pezzo, forse avrà pensato che Fidel Castro, quando fucilava i “balseros”, o lasciava morire i cubani annegati o divorati dai pescecani mentre tentavano di lasciare Cuba, lo faceva per salvarli dai peccati del capitalismo nordamericano. Per chiudere sarebbe bene far notare ai giornalisti della RAI che il Messico non è uno stato dell’America Centrale, come ripetono nei telegiornali, ma del Nord America.

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