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Costarica, svolta rosa
di Roberto Lovari da Avanti! 12/02/2010
In controtendenza con le notizie che quotidianamente ci giungono di violazioni dei diritti umani e di attacchi alla democrazia, come in Nicaragua e in Venezuela, il Costarica, piccolo stato del Centro America, elegge una donna alla presidenza “con processo elettorale solido e un comportamento civico esemplare”, come ha dichiarato Maria Emma Meja, responsabile degli osservatori dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Senza dubbio alcuno il Costarica, con i suoi quattro milioni e mezzo di abitanti e i suoi cinquantunomila chilometri quadrati di superficie, ha un profilo profondamente diverso dai suoi vicini storicamente soggetti a grandi diseguaglianze sociali e a vicende politiche agitate da frequenti interventi dell’esercito . Il Costarica non solo ha un buon tenore di vita, ma da sessant’anni non ha più l’esercito, ma solo una polizia civile. Nel 1949, dopo una guerra civile, viene abolito l’esercito, riformata la costituzione, nasce un efficiente sistema di welfare che con gli anni assicurerà al paese una grande tranquillità sociale. Grazie al prestigio acquisito con questo tipo di politica, nell’87 il presidente Oscar Arrias propone un piano di pace per la regione accolto dai turbolenti vicini: El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua che gli vale il premio Nobel per la pace nello stesso anno. Ed è proprio Oscar Arrias, rieletto nel 2006, a portare al successo il suo vice, Laura Chinchilla, primo presidente donna del paese. Cinquant’anni, laurea in Scienze Politiche, una specializzazione in amministrazione all’università di Georgetown negli USA, ha una lunga esperienza politica essendo stata deputata, ministro degli interni e della giustizia oltre che vice presidente di Arrias, sempre con il Partito di Liberazione Nazionale, il PLN, di centrodestra.
Il vasto consenso ottenuto, il 46,75% contro il 25,17 di Solis e il 20,82 di Guevara non rende necessario il secondo turno, avendo il candidato ottenuto più voti della somma degli altri. L’8 di maggio, quando entrerà in carica, Laura Chinchilla dovrà affrontare problemi molto seri. Il primo sarà quello di aggregare una maggioranza sulle sue scelte di governo. Come spesso avviene nei paesi con forma di governo presidenziale i cittadini votano un presidente con largo consenso, ma non assegnano al suo partito la maggioranza negli organi legislativi, infatti il PLN ha ottenuto solo 23 o 24 seggi dei 57 che compongono l’Assemblea Nazionale.
Due sono le questioni sul tappeto, una dilagante delinquenza e la necessità di rilanciare l’economia.
Il traffico degli stupefacenti sta facendo aumentare ogni tipo di reato nel paese, come d’altra parte avviene in tutta la regione. Il numero di omicidi è passato tra il 1992 e il 2009 da 4,4 a 11 omicidi per 100.000 abitanti per anno secondo i dati dell’Istituto delle Nazioni Unite per il crimine.
Meno difficile la situazione economica dove giungono buone notizie dal BCIE, la banca centroamericana per lo sviluppo economico. Infatti il Costarica sarà il paese che crescerà di più nella regione, tra il 3,7 e 4,7%, un dato sicuramente buono che la Chinchilla vuole superare per dare ai costarichegni quel livello di vita che deve portarli in poco tempo a livelli di vita da paese sviluppato. Il tutto, come ha dichiarato la prima donna presidente del Costarica, con il dialogo e la trasparenza.

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