Brasile & Sud America
 
 
VENEZUELA (CARACAS)  
La vittoria stretta di Maduro aumenta l’incertezza sul futuro del Venezuela
di Roberto Lovari - pubblicato da Agenzia Fuoritutto
È difficile dire quali conseguenze avrà l’affrettata decisione del presidente del Consiglio Nazionale Elettorale, Tibisay Lucena, di proclamare Maduro presidente eletto. I numeri, 50,75% contro il 48,87%, avrebbero dovuto indurre il CNE ad accogliere la richiesta di ricontare i voti fatta da Capriles e appoggiata da Miguel Insulza, segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani. Le elezioni non hanno visto la presenza di organizzazioni internazionali tipo OSA o UE, era presente solo l’”amica” Unasur(Unione delle Nazioni dell’America del Sud). Per questa organizzazione le elezioni sono state regolari e il riconteggio dei voti non è di sua competenza. L’opposizione è subito scesa in piazza per manifestare il suo dissenso con la “Caceroladas”, caratteristica manifestazione di protesta del Sud America consistente nello sbattere un mestolo contro una pentola, in spagnolo cacerola. Mercoledì è annunciata una marcia a Caracas. Difficilmente l’opposizione per il momento riuscirà ad ottenere di cambiare il risultato. L’esercito, da tempo sottoposto ad un profondo controllo dello sciavismo, e i 150.000 membri della Milizia Bolivariana assicureranno in ogni modo il potere a Maduro. La vittoria stretta per appena 235.000 voti renderà ancora più difficile il già difficile compito di governare il paese. I nodi del disastro nell’economia di Chavez si presenteranno ancora più pesanti. Arriverà ai prezzi la recente svalutazione del Pesos, la forte inflazione, la più alta dell’America Meridionale, il tutto renderà ancora più dura la vita quotidiana dei Venezuelani. I Venezuelani ormai corrono da una parte all’altra dello loro città alla ricerca dei beni primari e alimentari che periodicamente scompaiono dagli scaffali dei negozi. Le nazionalizzazioni e gli espropri hanno ridotto il paese a importare l’80% di quello che consuma. Ad oggi non si sa come il paese pagherà il prossimo mese i due milioni e quattrocentomila di pensioni di vecchiaia, quintuplicate da Chavez confidando negli alti prezzi del petrolio. Lo stesso dicasi per gli impiegati pubblici portati dagli 800.000 del 1999 ai due milioni e quattrocentomila di oggi. Si aggiunga che il debito estero oscilla tra i 190 e i 230 miliardi di dollari, cifre certe non ve ne sono. Nel 2012 c’è stato un deficit fiscale di 18 punti del PIL, Maduro rischia di essere travolto dal disastro dell’economia sciavista. Maduro ha cominciato a reprimere duramente le proteste dell’opposizione, si contano già sette vittime.

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