Brasile & Sud America
 
 
VENEZUELA (CARACAS)  
Hugo Chavez specula sulla crisi dell'amico Gheddafi
di Roberto Lovari – l’Opinione – 11/05/2011
A fine Aprile una delegazione di Gheddafi è arrivata a Caracas. Senza dare molti dettagli, è stato lo stesso presidente venezuelano a parlare degli scopi della delegazione libica: “siamo impegnati a ricercare una soluzione pacifica al dramma del popolo libico”. Con chi e con quali soluzioni Chavez non lo ha detto, limitandosi ad accusare gli Usa e le altre potenze occidentali di aggredire la Libia per impadronirsi del “suo petrolio e delle sue acque”. Nel mondo, gli alleati di Chavez stanno vivendo crisi che potrebbero portare alla caduta dei loro regimi, come Gheddafi o Assad in Siria. Ma, paradossalmente, proprio la crisi libica potrebbe salvare Chavez che si trova in crescenti difficoltà. Le turbolenze libiche e le incertezze complessive del Medio Oriente hanno provocato un aumento del costo del petrolio in tutto il mondo, superando anche, per il petrolio venezuelano, i 108 dollari al barile. Chavez ha subito sfruttato la nuova situazione con la legge approvata dal vecchio parlamento a fine anno, dove l’opposizione non era presente, la cosiddetta “ley habilitante” che gli concede di legiferare per decreto legge e ha stabilito che l’ente petrolifero venezuelano (PDVSA) consegni al Fondo di Sviluppo Nazionale (Fonden) una porzione maggiore delle maggiori entrate prodotte dall’aumento del prezzo del petrolio. Il Fondo di Sviluppo Nazionale non solo riceverà i 7 miliardi di dollari già previsti, ma anche altri 4 miliardi. Gli 11 miliardi di dollari sono a completa disposizione di Chavez. L’opposizione ha subito dichiarato che serviranno a finanziare la campagna elettorale per le presidenziali del 2012. Il presidente venezuelano ha aumentato proprio in questi giorni il salario minimo e le retribuzioni di tutti i dipendenti statali. Occorreranno non pochi sforzi per cercare di fermare una crisi di popolarità i cui esiti sono imprevedibili, certamente ancora alta per un uomo al governo da più di dieci anni, si dice al 48%, ma la cronica mancanza di beni, l’alta inflazione, lo spaventoso indice di omicidi, potrebbero dare risultati imprevedibili nel dicembre del 2012, quando si eleggerà il nuovo presidente. Già l’anno scorso, alle elezioni per il Congresso Nazionale, Chavez aveva sì vinto, ma l’opposizione era rientrata nel Congresso con una percentuale tale da avere la possibilità di fare una seria opposizione. I venezuelani sono costretti a peregrinazioni nei vari supermercati per trovare pollo, caffè o latte in polvere. La politica economica del governo e le nazionalizzazioni hanno quasi distrutto il tessuto produttivo del paese, costringendo il governo a importare beni una volta prodotti in Venezuela. L’inflazione è al 30%circa, la più alta di tutta l‘America Latina, prodotta da un micidiale miscuglio di sperperi statali, ruberie pubbliche, unite ad una politica economica tesa a colpire e limitare sempre più l’iniziativa privata. Il governo ha smesso di dare i dati sugli omicidi del paese da anni. Agenzie indipendenti facendo riferimento al metodo usato dall’ONU, il numero degli omicidi ogni centomila abitanti, danno il paese a 59 omicidi ogni centomila abitanti. Si tenga conto che la tanto chiacchierata Colombia è a quota 29, le città più violente del Brasile, San paolo o Rio, sono a circa 30 omicidi all’anno. Addirittura alcune agenzie, parlando di Caracas, dicono che in questa città si muore di più per morte violenta che a Kabul o Bagdad. Nel tentativo di fermare la corsa dei prezzi che massacrano di più proprio il suo elettorato, Chavez, utilizzando ancora la Ley Habilitante, promulgherà nei prossimi giorni la “Ley de Costos, Precios y Proteccion del Salario”, cioè verranno sottomesi al controllo dello stato i prezzi di tutti i beni prodotti in Venezuela, in Italia lo chiamiamo calmiere. Vedremo quali effetti avrà sui prezzi del petrolio la morte di Bin Laden, ad ogni modo le opposizioni hanno cominciato ad avviare i meccanismi delle primarie per avere un candidato unico alle difficili elezioni del 2012.

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