Brasile & Sud America
 
 
VENEZUELA (CARACAS)  
Chavez verso la dittatura?
La Redazione
Il predente venezuelano Hugo Chavez continua ad occupare grandi spazi nella stampa latinoamericana ed anche nelle altre parti del mondo.
Le sinistre alternative non nascondono le loro simpatie per la lotta di Chavez contro gli Usa e per il suo impegno per costruire “il socialismo del XXI secolo”. Chavez fa di tutto per essere personaggio ed occupare la scena politica. Ormai è nota la difficoltà dei rapporti con la chiesa cattolica in Venezuela. Una dura critica gli è arrivata dal cardinale onduregno Madariaga che  ha detto che Chavez “si sente un dio con diritto di insultare tutti, si sono già visti nella storia dei dittatori, ma dopo 20 anni nessuno si ricorda di loro!”. Dura la risposta del venezuelano “è un altro pappagallo dell’impero usa, adesso vestito da cardinale, come dire un altro pagliaccio imperialista“. Ma se è forte la sua passione per la polemica, Chavez non parla solo, ma agisce molto sviluppando una forte politica estera e portando avanti profondi cambiamenti nella costituzione del Venezuela. Il mese di Agosto lo ha visto in movimento in tutta l’America Latina: in Argentina, dove ha firmato accordi energetici e comprato altri titoli di stato divenendo il più grande creditore del paese di Kirchner; a Montevideo, l’Uruguai è importante come l’Argentina per l’ingresso del Venezuela nel Mercosud, Chavez ha promesso gas e petrolio per cento anni; infine a Caracas al terzo vertice dei Caraibi con la presenza di 14 capi di stato firma il patto della ‘Sicurezza Energetica”. Chavez si è impegnato a fornire a questi paesi energia per un secolo a prezzi al di sotto del mercato.
Ma le sue attenzioni non sono solo rivolte a curare la sua leadership nel continente americano, ma anche a rafforzare sempre più il suo potere nel suo paese. Infatti mercoledì 15 Agosto in un discorso alla Assemblea Nazionale durato 5 ore ha chiesto che vengano cambiati 33 articoli della costituzione da lui stesso voluta nel 1999. Si tratta di articoli che rafforzeranno enormemente il potere del presidente .
 Secondo l’attuale costituzione il mandato in scadenza nel 2012 non avrebbe potuto essere rinnovato. Ecco perché viene richiesto di cambiare l’articolo 230 nel modo seguente: “il periodo presidenziale è di sette anni (adesso è di sei anni), il presidente o la presidentessa può essere rieletto per un nuovo mandato”. Cambiamenti anche per l’articolo 225 che viene modificato così: “il presidente potrà nominare il primo vicepresidente e il numero di vicepresidenti che riterrà opportuno”.  Per consentire ai lavoratori di avere più tempo per il loro sviluppo integrale, l’orario di lavoro passa da otto a sei ore giornaliere. Per i lavori notturni  sarà di 34 ore settimanali .
Le forze armate bolivariane vengono definite un corpo “popolare, patriottico e antimperialista”. Viene creato un altro corpo armato, quello delle milizie popolari bolivariane. Chavez chiede che venga eliminata qualunque autonomia  della Banca Centrale venezuelana e che l’uso delle riserve internazionali sia deciso dal presidente.
Con questa riforma della costituzione Chavez dice che si compie una parte del cammino verso il “socialismo del XXI secolo”. Per aumentare il potere dello stato si chiede che si possano confiscare imprese private anche in assenza di decisioni della magistratura. Non sono mancati gli inviti agli imprenditori privati: ”signori imprenditori del settore privato, voi non siete esclusi, noi abbiamo bisogno di voi. Andiamo, insieme faremo un grande Venezuela come comincia già ad essere. Nella nuova costituzione si “riconoscono e garantiscono le proprietà sociali, collettive, miste e private”. Chavez chiede che la nuova costituzione venga approvata al più presto. Il parlamento è composto solo da seguaci di Chavez. Dopo l’approvazione ci sarà un referendum confermativo, già si sa la data che sarà il 5 di dicembre.
Durissime le reazioni dell’opposizione sempre più debole e divisa. Fascista e totalitaria sono stati i termini più utilizzati, oltre all’accusa a Chavez di voler fare il presidente a vita.
Si dice che su 24 milioni di venezuelani, circa un milione della classe medio-alta siano andati all’estero. Sicuramente la nuova costituzione non li spingerà a tornare.

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