Brasile & Sud America
 
 
PERÙ (LIMA)  
Perù, la rivincita di Vargas Llosa vent'anni dopo
di Roberto Lovari – Secolo d'Italia 20/10/2010
È indubbio che il premio Nobel a Vargas LLosa porta con sé molti significati. È un giusto riconoscimento al valore della sua opera letteraria, ma è anche un segno di stima all’uomo che soprattutto negli ultimi anni ha portato avanti i valori del liberalismo politico, libertario ed economico nel mondo latino americano. Vale la pena ricordare il suo impegno personale come candidato presidenziale nelle elezioni del 1990, vinse Fujimori con la complessa storia che ne seguì. Molti osservatori internazionali hanno visto nel Nobel a Vargas LLosa voler riconoscere il nuovo Perù che, pur con grandi ritardi e difficoltà, sta nascendo con risultati positivi in vari campi. In ambito economico, il paese crescerà l’8,3% quest’anno, più di qualunque altro paese latino americano secondo il Fmi, dato che va collocato accanto a quel 6% di crescita annuale dal 2002, anch’essa la più alta nell’area, con un’inflazione tra le più basse dell’America Latina. Grandi investimenti esteri facilitati dalla stabilità politica economica. In ambito sociale il Perù ha ridotto la povertà della popolazione dal 54% al 35%, si spera di portarla al 30% nel 2011. Secondo le dichiarazioni del ministro della sanità Oscar Ugarte, la denutrizione cronica dei bambini sotto i cinque anni è scesa del sette percento, attualmente è al 18%, quattro anni fa era al 25%. Certamente ancora ci sono molti problemi, come la crescita asimmetrica. Nel sud andino, con grande popolazione indigena, il ritmo della crescita è più lento delle aree del nord. Gli enormi investimenti minerari nel sud non hanno creato tanto lavoro come il settore delle costruzioni al nord del paese. Sul piano politico sta volgendo al termine il mandato del presidente Alan Garcia. Quando fu eletto nel 2006 contro il populista amico di Chavez, Ollanta Humala, non erano pochi quelli che temevano il ripetersi dei disastri del primo mandato 1985-1990. Il paese fu lasciato nel disastro economico e in una profonda crisi politica che portò al potere Alberto Fujimori. Quindi 15 anni e più lontano dal potere hanno fatto bene a Garcia e al suo partito l’Apra ( Alleanza popolare rivoluzionaria americana), un vecchio partito peruviano sempre in bilico tra le spinte marxiste e le tendenze socialdemocratico –populiste. In questo nuovo mandato Garcia si è dimostrato politico responsabile e attento alle regole dell’economia di mercato facendo così decollare il paese. Certamente non sono mancati i mali tradizionali del paese e dell’Apra , la corruzione che periodicamente colpisce a tutti i livelli, dato che tiene molto bassa la popolarità del presidente, il 26%. Certamente i peruviani posso celebrare con ragione la sconfitta politica e militare di uno dei più pericolosi movimenti rivoluzionari di ispirazione marxista e maoista dell’America Latina, Sendero Luminoso. Nacque trent’anni fa sotto la guida di Abimael Guzman nell’Università di Ayacucho. Dopo trent’anni, 70.000 morti e circa 25 miliardi di danni, Sendero Luminoso è ridotto a un piccolo gruppuscolo dedito al traffico degli stupefacenti in lontane foreste, il suo leader è da 18 anni in una prigione dalle mura spesse vari metri di cemento armato, pur avendo invitato da anni i suoi a deporre le armi e ad entrare in politica. In mezzo a molti ritardi e contraddizioni però cresce la democrazia. Per la prima volta dopo tre secoli di sindaci uomini, l’enorme megalopoli di Lima ha eletto una donna, Susana VIllaran, di tendenze di sinistra moderata. Ma sono appena terminate le elezioni comunali, che si apre la partita delle presidenziali dell’aprile del 2011. Partita molto aperta, guidano l’intenzione di voti due personaggi, il sindaco uscente di Lima, Luis Castaneda, appoggiato dal presidente Garcia con il 24%, e la figlia di Fujimori, in prigione a Lima con una condanna a 25 anni per vari reati, Kiko, con il 23% delle intenzioni di voto.Con il 16% viene quello che fu il primo presidente indigeno del paese nel 2001, Alejando Toledo, infine Ollanta Humala con l’11%. A dicembre Vargas LLosa, quando andrà in Perù, abita a New YORK dove insegna nell’università di Princeton, come fa tutti gli anni riceverà un premio speciale dal suo paese che gli ha dedicato una settimana di manifestazioni.

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