Brasile & Sud America
 
 
COLOMBIA (SANTA FÈ DE BOGOTÀ)  
Il futuro della Colombia con l'incognita del
di Roberto Lovari Il Secolo d’Italia 25/05/2010
La Columbia non cessa di sorprendere con le sue vicende politiche. A febbraio, quando sembrava certo il cammino per consentire a Uribe il terzo mandato, la corte costituzionale dichiarava la legge per indire il referendum non costituzionale e quindi Uribe era, con grande sorpresa di tutti, fuorigioco. Rapidamente i vari partiti hanno indetto primarie o consultazioni interne per la scelta del candidato per le presidenziali del 30 maggio. All'inizio sembrava che Juan Manuel Santos dovesse senza grandi difficoltà raccogliere l'eredità di Uribe e l'appoggio del suo partito, il Patito Sociale dell’Unità Nazionale (Partido De La U). Santos poteva contare sull'appoggio del presidente più popolare della storia moderna del Venezuela, Uribe ha il 74% dei consensi, proviene da una famiglia ricca, proprietaria tra l'altro del maggior giornale del paese, El Tiempo. Una gestione positiva nei ministeri del commercio estero, delle finanze ed infine in quello della difesa, dove aveva isolato le guerriglie delle FARC e dell’ELN nelle foreste più lontane del paese. Sue sono le operazioni per liberare la Betancourt e l'incursione nel marzo del 2008 che aveva portato all'uccisione di Reyes, responsabile internazionale delle Farc e alla cattura di molti computers e materiale molto interessante sui legami internazionali dell’ organizzazione narco-terrorista. Gli altri candidati, Rafael Pardo del partito liberale, del partito conservatore Noemi Sanin, quello dello schieramento di sinistra, Polo Democratico,Gustavo Pietro non sembravano rappresentare avversari pericolosi. La svolta che fa apparire una grande novità è nei primi giorni di aprile, un candidato che parte con l'1% dei consensi, poi nelle due prime settimane sale al 22% per poi raggiungere Santos e superarlo e, nelle simulazioni, vincere nel ballottaggio del 21 giugno. Si tratta di un vero outsider, l'ex sindaco di Bogotà di origine lituana, il cui nome completo è Aureliju Rutenis Antanas Mockus Svickas conosciuto come Antanas Mockus, candidato alle presidenziali per il partito verde, partito fino ad allora insignificante nello scenario politico colombiano. Mockus è sicuramente una figura lontanissima dai canoni dei politici del paese, per storia e comportamenti stravaganti e pittoreschi. Quando era rettore dell'Università si abbassò i pantaloni per protestare contro una manifestazione di studenti. Due volte sindaco di Bogotà (1995-1999 e 2001 – 2004), rimasero famosi i suoi pagliacci che mandò nelle strade per educare i suoi concittadini al rispetto delle regole del codice della strada. Famoso il suo programma elettorale già usato in passato: "non prometto nulla". Ma al di fuori degli aspetti folcloristici della sua campagna, grande successo ha avuto il suo motto "adesso la Colombia ha bisogno di legalità". La Columbia ha visto con Uribe il ripristino del controllo dello Stato su tutto il territorio ma ha anche assistito a grandi fenomeni di corruzione nel mondo della politica, di violazione dei diritti civili nella lotta al terrorismo. Il colombiani hanno appoggiato in due elezioni Uribe e il suo programma "sicurezza democratica", ora sembrano volere fortemente la legalità di Mackus. Sorprendendo tutti ha dichiarato di avere un inizio del morbo di Parkinson. Mockus si distingue anche come ”Gaffeur”. Intervistato ha dichiarato che avrebbe consegnato alla giustizia dell'Ecuador Uribe e Santos per le vicende dell'incursione in quel paese o quando ha espresso giudizi positivi su Chavez. Ha subito smentito dichiarando di essere stato male interpretato. Santos, dopo essere stato sorpassato, è passato al contrattacco riuscendo a portarsi alla pari con Mackus con il 38% dei consensi, le simulazioni del secondo turno danno la vittoria ora a uno ora all'altro. Tutti e due i candidati affermano senza esitazione che non tratteranno mai con le FARC che hanno annunziato che si faranno sentire con atti di terrorismo in varie zone della Colombia.

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