Brasile & Sud America
 
 
COLOMBIA (SANTA FÈ DE BOGOTÀ)  
Colombia, Uribe verso il terzo mandato
Roberto Lovari da L’Avanti del 15/07/08
La Betancourt si gode giustamente la ritrovata libertà a Parigi tra incontri con Sarkozy e l’antico amico de Villepin, interviste a giornali di tutto il mondo e la famiglia, dando anche spazio alla cronaca rosa circa il rapporto con l’ultimo marito. Sul futuro molta prudenza, ad oggi non sembra che farà felici quelli che si battevano per la sua liberazione sperando che si candidasse contro l’odiato Uribe. Anzi, con una dichiarazione a sorpresa ha difeso il diritto dei colombiani ad eleggere un presidente anche per più dei due mandati consentiti dalla costituzione colombiana. Vedremo se veramente gli anni passati in prigionia hanno maturato una Betancourt diversa da quella che lo scrittore colombiano Vallejo ha definito arrogante, aristocratica e avventuriera della politica. Il Governo l’aveva avvertita che quella zona dove lei voleva andare era pericolosa e non poteva proteggerla dalle FARC. Forse è proprio la sua liberazione ad aver risolto il problema che ha di fronte la Colombia: Uribe scioglierà la riserva fino ad oggi mantenuta e si candiderà per il terzo mandato? Certamente sarà necessario cambiare la costituzione di nuovo, ma questo non dovrebbe essere un problema. I consensi del presidente colombiano, dopo la liberazione dei sequestrati delle FARC, è passata dal 73% al 91%, dati ambedue storicamente unici.
Certamente unica è la traiettoria politica di Alvaro Uribe Velez dal 2002 ad oggi. Per comprendere le ragioni di una popolarità che, caso che trova analogia forse solo con il brasiliano Lula, è aumentata e non diminuita dopo la sua prima elezione nel 2002 vi è una sola spiegazione: “seguridad democratica”.
Il paese era allo sbando, la guerriglia comunista delle FARC e dell’ELN non solo dominava vaste aree dell’interno del paese, ma si era fatta urbana rendendo tutto il paese pericoloso ed esposto alle azioni dei terroristi. La Colombia del 2008, grazie alla mano ferma di Uribe, non conosce più l’incubo delle “pescas milagrosas”, ovvero i sequestri a caso operati nelle strade di tutto il paese. Uribe, con l’aiuto degli americani, ha organizzato e riarmato l’esercito scatenandolo contro i guerriglieri che, piano piano, si sono dovuti nascondere nelle foreste più profonde. La politica della “securidad democratica” ha dato i suoi frutti, non solo perché il territorio è stato riportato sotto il controllo dello stato e molti capi dei narco comunisti delle FARC sono stati eliminati, ma anche sul piano economico. Il 2000 vede addirittura una caduta del PIL del 4%. Con la nuova situazione di sicurezza creata da Uribe l’economia riparte con indici molto più alti di quelli dei paesi vicini, il 7,4% nel 2007. Anche la disoccupazione si è dimezzata scendendo all’11%, l’indice di povertà dal 56% al 45% nel periodo 2002 – 2006. Certamente c’è ancora un enorme lavoro da fare, si ricorda che la Colombia è, con il Sudan, il paese del mondo che ha più sfollati per ragioni di guerra. Uribe, fino ad oggi, è stato vago sul problema del terzo mandato, consapevole che sulla scena politica colombiana non ci sono molti uomini in grado di continuare il suo lavoro, il più forte, il ministro della guerra Santos, ha appena l’uno per cento dei consensi. Adesso anche se si presentasse la Betancourt non ci sarebbero problemi per una terza elezione. Molti ricordano come nella grande democrazia nordamericana nessuno trovò strano rieleggere Roosevelt per la quarta volta dal 1933 al 1945 anno della sua morte e della fine della seconda guerra mondiale.

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