Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Brasile: si apre l’impeachment della Presidente Rousseff.
di Roberto Lovari - da agenziafuoritutto.it
La parola “impeachment” deriva dal verbo inglese “to impeach”, accusare, incriminare, nel mondo ha acquistato il significato di un processo di decadenza di un funzionario pubblico che può essere il Presidente delle Repubbliche presidenziali. Nel 1974 grande risonanza ebbe l’impeachment di Richard Nixon in seguito allo scandalo del Watergate. Anche il Brasile ha avuto un famoso impeachment, quello di Fernando Collor. Primo Presidente eletto dopo la fine del regime militare nel 1989, nel febbraio del 1992, in seguito a denunce di corruzione, dopo manifestazioni massicce in tutte le città del Brasile, Collor fu deposto dal Senato a stragrande maggioranza dei suoi membri, 76 a favore contro solo 3 senatori a suo favore. Ben 34 sono le richieste di impeachment contro la Rousseff alla Camera dei Deputati, spetta infatti al Presidente di questo ramo del Parlamento di accettare la denuncia e avviare il complesso iter del processo di decadenza del Presidente della Repubblica. Una complessa situazione di equilibri politici, alcuni dicono reciproci ricatti, ha portato il Presidente della Camera, Cunha, a non accogliere la richiesta. Su di lui, a sua volta, gravava una richiesta di decadenza da deputato nella Commissione di Etica della Camera per alcune sue dichiarazioni su presunti conti svizzeri di sua proprietà. Tre deputati del PT, il partito di Dilma, erano l’ago della bilancia tra i fautori della sua decadenza e i contrari. La situazione era in stallo da mesi, quando improvvisamente i tre deputati del PT, nella mattinata di mercoledì 2 dicembre, si sono dichiarati a favore del proseguimento del processo di decadenza di Cunha. Nel pomeriggio, Cunha dichiara alla Camera di aver accolto una richiesta di impeachment della Rousseff. La dichiarazione scoppia come una bomba nel paese già diviso da mesi tra opposizione e forze di governo. C’è chi parla di “vendetta”, l’opposizione la saluta come momento di partenza per punire la Rousseff, rea di violazione della Legge di Responsabilità Fiscale per finanziare i suoi programmi elettorali. La legge e la Costituzione prevedono un iter complesso del processo di impeachment, complessità che lo espone a possibili coup de théatre. L’iter prevede che il lunedì successivo i capigruppo creino una commissione speciale di 65 membri che porterà alla Camera dei Deputati una proposta. Se vi saranno 342 voti favorevoli entrerà in campo il Senato. Questo organo, formato da 81 Senatori e presieduto in questa occasione dal Presidente del Supremo Tribunale Federale, si trasformerà in Tribunale del Presidente della Repubblica. Dopo le rituali discussioni, a cui potrà prendere parte anche la Rousseff, ci sarà l’espressione del voto. Se l’impeachment otterrà 54 voti, la Rousseff verrà dichiarata decaduta, in caso contrario riacquisterà tutti i suoi poteri presidenziali. Non ci vuole molto tempo per avere non uno, ma vari coup de théatre, infatti i capigruppo non riescono a mettersi d’accordo sui nomi della Commissione, allora si va a votazione. Subito parte un ricorso sulle modalità di votazione al Supremo Tribunale Federale che blocca tutto. Tutto questo mentre il paese vede acuirsi la sua crisi economica, la disoccupazione arriva al 10%, l’inflazione al 10,40 annuo, il PIL dovrebbe diminuire del 3,5% nel 2016. Il 2016, che avrebbe dovuto essere lo scenario della ripresa economica del paese, assisterà invece ad una lunga e complessa guerra tra chi vuole mantenere alla Rousseff il mandato assegnatole dagli elettori e chi la vuol far decadere per farle succedere il suo vice, Michel Temer.

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