Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Il Brasile tra molti dubbi e poche certezze
di Roberto Lovari – l’Avanti - 21/09/2011
. Nemmeno Lula nel momento del suo maggiore splendore aveva avuto tanta forza. Su tutto il quadro politico del paese l’occhio vigile del suo mentore Lula continuava a vigilare particolarmente sui due principali e turbolenti alleati, il suo PT (partito dei lavoratori) e il PMDB consistente per deputati e senatori e forte per aver espresso il vicepresidente Michell Temer. Per quasi 4 mesi vi è stata una fase nella quale la Dilma si è distinta per uno stile più contenuto nelle presenze e negli interventi dal sempre presente e loquace ex sindacalista e ex presidente Lula. A metà Maggio si è aperta una fase di grandi e forti turbolenze politiche che solo adesso sembra abbiano avuto termine con l’ennesimo cambio di ministro e l’inizio di un nuovo stile di governo della Rousseff. Il mese di Maggio era stato segnato anche dalla dura sconfitta subita dal governo nel Congresso sulla “Legge Forestale” cioè un piano per regolare i terreni da destinare all’agricoltura e quelli da salvaguardare per l’ambiente. Una serie di emendamenti con i voti dell’opposizione e di parte della maggioranza favoriscono le aspettative del mondo degli agricoltori. Nello steso mese si apre il “caso Palocci”, Ministro della Casa Civil, una specie di sottosegretario alla presidenza con l’importantissimo compito di assegnare gli incarichi in quello che in Italia chiamiamo il ”sottogoverno” molto esteso in Brasile e molto ambito dai partiti. Un autorevole quotidiano brasiliano accusa Palocci, l’uomo che tutti considerano il centro del potere di Lula nel governo Rousseff, di aver aumentato il suo patrimonio di venti volte. Dopo silenzi, rinvii, polemiche e tentativi di Lula di salvarlo, Palocci si dimette aprendo una fase di dimissioni di ministri sospetti di corruzione o per dichiarazioni polemiche e scambi di ministeri. È questa la fase che alcuni definiscono “decisionista“ del presidente del Brasile. Senza ascoltare né consigli né indicazioni dei partiti, Palocci viene sostituito con una figura di fiducia del presidente, la senatrice Greisi Hoffman, nomina subito affiancata da una sostituzione di grande importanza. Dilma sostituisce il ministro delle relazioni istituzionali con un’altra persona di sua fiducia, Ideli Salvati, anch’essa nota come la Hoffman per il suo carattere duro e di fedeltà alla presidenza. Si tratta di un ministero molto importante perché tiene le relazioni con le istituzioni ma principalmente i rapporti con la maggioranza che, pur consistente nei rami del parlamento, non sempre è in linea con la presidenza. Si erano appena placati i mugugni degli alleati e del suo stesso partito per il decisionismo della Rousseff, che scoppia il caso del Ministro dei Trasporti, Nascimento del Pr (partito della repubblica), accusato di corruzione. Viene sostituito rapidamente senza aspettare le decisioni del suo partito. Nel contempo Dilma fa dimettere un folto gruppo di alti dirigenti dello stesso ministero. Mentre crescono i malumori nella maggioranza, il potente ministro della Difesa Nelson Jobin si abbandona a dichiarazioni giornalistiche contro le due donne scelte come ministri dalla Dilma, che non aspetta molto tempo per farlo dimettere e sostituirlo con il vecchio ministro degli Esteri Celso Amorin. È appena entrato in carica il nuovo ministro della Difesa che una nuova tempesta di accuse di corruzione si abbatte su Wagner Rossi, ministro del Turismo e potente personalità del PMDB. La situazione rischia di precipitare, la maggioranza di governo presenta profonde spaccature e rischia di paralizzare il governo del presidente. Il 15 di Agosto, secondo quanto scritto dal quotidiano La Folha, la Rousseff    si incontra con Lula nella base aerea di S.Paolo. La Rousseff cambia decisamente linea e decide di coinvolgere il più possibile il PMDB per mezzo del suo vicepresidente Michell Temer. D’ora in poi Adele Salvati sarà affiancata nelle riunioni con i partiti della maggioranza dal vicepresidente. Nella stessa notte riunione con i presidenti e i leaders del PT e del PMDB, definiti “spina dorsale” del governo. Il giorno dopo stesso rito con i partiti del PSB, PDT e del PC do B, sempre con la presenza di Temer. Nelle stesse ore il ministro del Turismo si dimette e questa volta Dilma aspetta le indicazioni del PMDB per nominare il sostituto. Viene inoltre annunciata la liberazione di un miliardo di reais per finanziare gli emendamenti dei deputati della maggioranza. Le complicate vicende politiche non fermano però l’azione della Dilma Rousseff sul piano della integrazione sociale. Il censimento dell’anno passato aveva scoperto 16 milioni di brasiliani poverissimi, cioè che guadagnano non più di 35 euro al mese e non raggiunti dai programmi sociali come la “bolsa familia” che tocca 13 milioni di famiglie. Ecco allora il presidente brasiliano lanciare il progetto “Brasile senza miseria” e chiedere l’aiuto degli stati per aiutare questo tipo di persone. Il 18 di Agosto firma un piano con il governatore di S.Paolo Gerardo Alckmin, dell’opposizione , per dare concretezza alla sua lotta contro la grande povertà. Molti in Brasile hanno apprezzato la linea dura della Rousseff contro la corruzione, compreso il vecchio presidente Cardoso. Bisognerà vedere se la politica della “governabilità” le permetterà di colpire ancora gli scandali anche se scoppiati in casa di qualche alleato importante.
 

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