Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Intervista a Roberto Lovari
di Luca Maurelli Secolo d'Italia 05/01/2011
La decisione su Battisti? “E’ figlia di una lunga serie di errori del governo Berlusconi, ma anche prima le gaffe non erano mancate. Penso a D’Alema, per esempio …”. Roberto Lovari si definisce “sudamericanologo”, vive diversi mesi all’anno in Brasile, scrive libri, dirige riviste on line che si occupano di America Latina e tiene lezioni all’università di Salvador di Bahia. Quando è in Italia, Lovari guarda esclusivamente la tv brasiliana, di cui apprezza particolarmente i telegiornali dell’emittente principale, La Globo, che danno grande spazio ai temi politici. “Ecco, appunto, ho appena finito di vedere l’edizione mattutina e anche oggi neanche una parola sulla protesta dell’Italia, sulle manifestazioni previste sotto l’ambasciata. So che la Globo le seguirà, che farà un’intervista al ministro Frattini, ma in questi giorni non mi è parso che l’indignazione italiana per la mancata estradizione sia stata in cima ai pensieri brasiliani”.
Perché non ci prendono sul serio, neanche quando organizziamo sit-in di protesta sotto la loro ambasciata?
Perché le nostre critiche sono giuste, le manifestazioni delle vittime di Battisti meritano il massimo rispetto, il problema è chi rappresenta politicamente la protesta italiana. Vedere sfilare sotto le finestre dell’ambasciata gli esponenti del PDL, che sostengono un governo che si è accorto solo adesso del caso Battisti, non ci rende credibili. E le accuse a un presidente come Lula, uscito dal suo mandato con l’87 per cento del consenso, con le minacce di ritorsioni al Brasile, lasciano il tempo che trovano.
Perché ritiene che l’Italia abbia fatto poco?
Perché non si è preoccupata di spiegare bene la vicenda Battisti, quello che ha rappresentato per il nostro Paese, la diplomazia non si è mossa sotto il profilo della comunicazione per cercare di convincere Lula, la cui decisione è sbagliata, ma nasce da motivazioni squisitamente politiche.
A cosa si riferisce?
Ad avvenimenti che nascono da lontano e che si aggiungono a cose recenti. Non bisogna dimenticare che se noi urliamo adesso contro la mancata estradizione, lo stesso fecero i brasiliani qualche anno fa per il caso del banchiere Salvatore Cacciola, che rubò in Brasile un miliardo e mezzo di dollari, scappò in Italia e non venne mai restituito, col pretesto della doppia nazionalità.
E che c’entra il governo Berlusconi?
La storia del banchiere si concluse con la sua fuga a Montecarlo, dove venne arrestato. Sa cosa fece all’epoca il ministro della Giustizia brasiliana Tarso Genro? Andò a chiedere personalmente l’estradizione di Cacciola al Principato e la ottenne. Arrivo al punto: le risulta che il ministro Alfano si sia recato in Brasile per chiedere Battisti a Lula? In più, l’ambasciatore in Italia, è un ex ministro della Difesa,mica uno qualunque: le risulta che qualcuno del governo abbia provato a coinvolgerlo?
Però nel governo brasiliano c’è l’attuale ministro della Difesa Jobin che era favorevole all’estradizione, lo ricorda spesso La Russa.
Che infatti dimentica di ricordare che non è dello stesso partito di Lula. A proposito, quando protestiamo con il Brasile e i brasiliani dovremmo anche ricordarci il motivo della visita del ministro Jobin in Italia, nell’aprile scorso.
Quale?
Venne in visita al cimitero di Pistoia che ospita cinquecento soldati brasiliani caduti in Italia al seguito degli americani nel ’44, in tutto erano ventimila.
E D’Alema? Lui che c’entra?
Oggi lancia appelli a Lula, ma sul finire degli anni Novanta, quando incontrava tutti i leader internazionali della socialdemocrazia per creare l’Ulivo mondiale, si dimenticava di Lula, considerato un estremista un po’ straccione ….
Ieri in prima fila a manifestare c’era Daniela Santanchè: quelle immagini arriveranno in Brasile. Che cosa se ne dirà?
Si ricorderà che la signora solo due anni fa considerava Berlusconi un maschilista a cui piacevano le donne solo in posizione orizzontale, visto che in Brasile sono molto appassionati alle vicende private del premier.
Se ne parla tanto, con curiosità, nonostante i brasiliani non siano certo bacchettoni in fatto di sesso. Anche per questo la politica estera dell’Italia non è credibile, neanche quando fa la voce grossa su Battisti.

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