Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Presidenziali in Brasile una partita tutta da giocare
Di Roberto Lovari da Salvador Brasile – l’Opinione 22/06/2010
Con domenica 13 giugno il Brasile ha completato il quadro ufficiale delle candidature. Infatti il PT a Brasilia ha tenuto la sua “convenzione” per rendere ufficiale la candidatura di Dilma Roussiff che Lula aveva già indicato in tutti i modi quale sua erede politica per la carica di Presidente della Repubblica. Sabato 12 a Salvador de Bahia il principale partito d’opposizione (PSDB) aveva anch’esso ufficializzato quella che era già nota da mesi, ossia la candidatura dell’ex governatore dello stato di San Paolo Jose Serra, figlio di un italiano nato a Corigliano Calabro ed emigrato in Brasile prima della seconda guerra mondiale. Il giovedì della stessa settimana nella capitale federale del Brasile il piccolo partito verde aveva lanciato il suo candidato, l’ex ministro dell’ambiente ed ex membro del PT (partito dei lavoratori) di Lula, Marina Da Silva.
È la legge elettorale che prescrive che i partiti scelgano durante il mese di giugno con convenzioni o riunioni ufficiali dei suoi direttivi il proprio candidato o anche di appoggiare il candidato di un altro partito per le presidenziali che si terranno il 3 di ottobre e, nel caso di un secondo turno, il 24 dello stesso mese. Si voterà anche per la Camera dei Deputati, per due terzi del Senato, per i Governatori e i deputati degli stati. Si affronteranno principalmente due schieramenti. Quello, diciamo, governativo che con il partito di Lula, il PT, guida la vasta maggioranza che ha sostenuto Lula e il suo governo. Senza dubbio l’alleato più importante è il PMDB, il vecchio partito dell’opposizione al tempo dei militari ed oggi il più grande partito per numero di deputati e senatori, con sostanziosi numeri nei vari stati che compongono il paese. Logicamente accanto a Lula e alla Dilma, in Brasile preferiscono chiamare per nome i loro esponenti politici, ci sono i partiti di sinistra come il PDT, il partito del vecchio leader Brizola, il Partito Socialista Brasiliano e il Partito Comunista del Brasile. Piccola curiosità su quest’ultimo partito, quando si spaccò il movimento comunista internazionale tra filo cinesi e filo russi questo piccolo partito fu l’unico nel mondo a dichiararsi per l’Albania di Enver Hosha.
Il blocco dell’opposizione è guidato dal PSDB (Partito della Socialdemocrazia Brasiliana), un partito di centro con vari richiami al riformismo socialdemocratico europeo. È il partito di Fernando Henrique Cardoso, presidente tra il 1994 e il 2002 ed autore del famoso “piano real” che sconfisse l’inflazione del 150% all’anno e permise al Brasile di iniziare un grande “ciclo virtuoso” sul piano economico. Alleato di Serra del PSDB, detto anche Tucani, un pappagallo molto famoso in Brasile, è il vecchio PFL ( Partito del Fronte Liberale), ora trasformatosi in “Democratici”. Singolare che nello schieramento d’opposizione vi sia collocato il Partito Popolare Socialista (PPS) di Roberto Freyre, che non è altro che l’erede del vecchio PCB ovvero il partito comunista del Brasile.
Dopo mesi di grande vantaggio nei sondaggi, addirittura con 10 punti, Serra è stato raggiunto dalla Roussif, collocandosi ambedue al 37%. La Da Silva veleggia su un ottimo 11%. Gli esperti di sondaggi sono perplessi e sorpresi. In tutte le elezioni che si sono tenute nel Brasile libero, ossia nell’89, 94, 98, 2002, 2006 il candidato che guidava i sondaggi in questo periodo era poi l’eletto ad ottobre. Anche le figurazioni del secondo turno danno un pareggio tra i due principali candidati. Vista l’impossibilità di avere lumi dai sondaggi gli osservatori stanno guardando le mosse degli ultimi partiti nello scegliere il loro candidato presidenziale.
La legge elettorale assegna gli spazi in TV, i due terzi secondo il numero dei deputati e un terzo in modo uguale per tutti i candidati che superano appena l’1% dei voti. Si dice che la TV che raggiunge tutti, in un paese dove i giornali costano molto e non arrivano ovunque, sarà decisiva. Però alcuni ricordano anche come nelle presidenziali del 1989 Ulysses Guimaraes avesse ben 22 minuti di TV, ma arrivò settimo …..
Partita quindi aperta la scelta del futuro Presidente del Brasile, anzi apertissima.

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