Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Lula teme il vento del Cile
di Roberto Lovari Avanti 19/12/2009
Lula sicuramente non avrà guardato con piacere i risultati che vengono dal Cile. Anche se la partita per la presidenza del Cile non è definitivamente chiusa a favore del centro-destra, pur tuttavia questo schieramento politico ha ottenuto un chiaro e netto successo. Ma il dato che più preoccupa Lula è quello che vede un presidente forte di un 75% di consensi, Michele Bachelet, non riuscire a trasferire nemmeno una parte della sua popolarità al candidato da lei appoggiato, ovvero Eduardo Frei che non riesce a superare il 30%. Gli ultimi sondaggi devono sicuramente aver aumentato le sue preoccupazioni. Nel sondaggio CNI/IBOPE del 7 di dicembre il governatore di S.Paolo Jose Serra (PSDB) è in testa nella corsa per le elezioni presidenziali dell’Ottobre del 2010 con il 38% delle intenzioni di voto. La candidata di Lula Dilma Rousseff con il suo 17% praticamente, dicono gli esperti, è quasi alla pari con l’altro candidato di sinistra, il socialista Ciro Gomes del PSB che ha il 13% perchè nei sondaggi il margine di errore è del 2% in più o in meno. Ma il dato che più preoccupa Lula è un altro, è quello dell’indice di rigetto del candidato. Il 41% degli elettori hanno risposto che non voteranno mai la petista Dilma, mentre Serra è il candidato che ha il più basso indice di rigetto, il28%. Dopo la Rousseff è la senatrice Marina Silva, l’ex ministro dell’Ambiente uscita recentemente dal PT, a occupare il secondo posto tra quelli che i brasiliani non voteranno mai. Si badi bene che Serra ottiene questo risultato non avendo ancora risolto la disputa per la candidatura con l’altro pretendente, il prestigioso Aezio Neves, governatore dello stato del Minas Gerais e nipote del grande Tancredo Neves, primo presidente della rinata democrazia brasiliana e amatissimo da tutti i brasiliani. Certamente Lula in questi giorni non è stato con le mani in mano. Dopo molte schermaglie è riuscito a concludere con il PMDB un preaccordo sulla candidatura della Dilma Rousseff. Il PMDB è per numero di deputati, senatori, governatori e sindaci il partito più grande del paese, ma è sicuramente anche quello dotato di meno disciplina interna. In alcuni stati è già sicuro che vi saranno due “palchi” come dicono i brasiliani quando partiti nazionalmente alleati negli stati hanno candidati diversi. È il caso del quarto collegio elettorale del paese, ovvero lo stato di Bahia. Quiil governatore uscente Wagner del PT si ricandiderà e porterà la sua compagna di partito Dilma, mentre il potente ministro della Programmazione Geddel Vieira Lima del PMDB tenterà di diventare governatore e appoggerà nel contempo la candidata di Lula che gode in questo stato del Nordeste di una grande simpatia per il fatto di essere il corregionale emigrato a San Paolo e da analfabeta divenuto presidente del Brasile. All’annuncio chiaramente insorti tutti quei pemedebisti che vogliono un loro candidato nel 2010 sperando di essere loro questo candidato.
È sicuramente il caso del pittoresco Roberto Requiao governatore del Paranà che ha subito chiesto una convenzione del PMDB per la scelta del candidato del partito per il 2010. Non è nemmeno una buona notizia la riconferma alla carica di presidente del PMDB dello stato di San Paolo dell’ex governatore Oreste Quercia, da sempre in ottimi rapporti con Serra. Forse pensando di calmare le acque Lula ha dichiarato che sarebbe bene che il PMDB presentasse una proposta di tre candidature alla vice presidenza all’interno delle quali la Roussef avrebbe scelto il più adatto. Unanime la risposta del PMDB, Lula non si occupi di questioni che sono di competenza partito, Michel Temer, presidente del partito, grande tessitore del preaccordo, ritenuto da tutti come il naturale candidato alla vice presidenza, non ha nascosto la sua irritazione per la proposta di Lula.
Certamente Lula sul piano personale non può lamentarsi, l’economia si riprende, anche se non come sperato, in campo internazionale Zapatero lo ricopre di lodi, nei prossimi mesi uscirà addirittura un film sulla sua vita. Tutto bene, fuorché i sondaggi e le prospettive della sua Dilma Rousseff.

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