Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Il Brasile è diventato finalmente grande
di Roberto Lovari da l’Avanti del 11/10/09
In questi giorni l’assegnazione al Brasile delle Olimpiadi del 2016 sono il riempimento di un vuoto, infatti tutti i continenti hanno ospitato i giochi olimpici tranne il Sudamerica, ma sono anche il riconoscimento della realtà economica del paese e della sua grande dimensione geografica.
Con i suoi otto milioni e mezzo di chilometri quadrati il paese è ben 28 volte più grande della nostra Italia, ma non nacque così. Il trattato di Tordesillas tra portoghesi e spagnoli nel 1494 assegnava ai primi tutte le terre situate oltre le 370 miglia dalle isole di Capo Verde e Canarie. Se il trattato fosse stato rispettato il Brasile sarebbe stato solo il 40% di quello odierno. Sono state le vicende storiche successive, alcune veramente incredibili, a darci il Brasile attuale.
Sul finire del secolo XVIII vi sono in Sudamerica due grandi imperi coloniali, quello spagnolo e quello portoghese chiamato Brasile che intraprendenza e spirito di avventura avevano portato quasi ai confini attuali. Ma proprio in quegli anni l’Europa è sconvolta dal ciclone Napoleone che, nella  sua lotta con l’Inghilterra, si accinge ad invadere il Portogallo. Il fatto provocherà avvenimenti che potrebbero sembrare fantasie storiche, ma che hanno cambiato la storia del Sudamerica.
La corte portoghese di Giovanni VI decide di trasferirsi in Brasile. Nel novembre del 1807 re e famiglia reale, nobiltà e relativi domestici, apparato amministrativo, vescovi e religiosi, generali e soldati si imbarcano. Da 10.000 a 15000 portoghesi (Lisbona contava a quel tempo 200000 abitanti) si trasferiscono con circa 40 navi scortate dalla flotta inglese a Rio de Janeiro. La novità non è solo di una corte europea che si allontana dal suo paese verso isole protette dalla flotta inglese, vedi i Savoia in Sardegna e i Borboni in Sicilia, ma che vi rimane anche dopo la caduta di Napoleone nel 1815. Il re e la corte portoghese rimangono a Rio, divenuta capitale del regno unito di Brasile, Portogallo e Algarve.
Il Congresso di Vienna non aveva solo rimodellato l’Europa secondo il diritto dinastico, ma era stato anche l’occasione per stipulare matrimoni tra famiglie reali che erano anche alleanze politiche. L’Austria asburgica per secoli aveva costruito la sua grandezza anche con i matrimoni. L’ultimo matrimonio famoso era stato quello di Maria Luisa andata in sposa nel 1810 a Napoleone.
La prescelta è Maria Leopoldina, figlia del potente imperatore d’Austria Francesco I, dovrà sposare il Braganza Pietro, destinato a succedere a Giovanni VI che risiede non in Europa come tutte le famiglie reali, ma nel lontano e misterioso Brasile. La principessa Asburgo, quando nel 1817, dopo un viaggio di 5 mesi con sosta in Italia per vedere la sorella Maria Luisa, arriva in Brasile trova una realtà ben diversa da quella prospettatale. Rio a quel tempo era una città sporca, piena di insetti e insopportabile per il caldo, la corte era piena di duchi e baroni, ma che mangiavano ancora con le mani ed erano di bassissimo livello culturale, lo sposo un rozzo dongiovanni dei tropici. La colta e raffinata Asburgo soffre non poco la realtà brasiliana, la consola lo svolgere bene il ruolo a cui erano destinate le Asburgo, fare figli per assicurare la discendenza alla famiglia, ben sei.
Gli avvenimenti europei costringono il re Giovanni VI a rientrare in Portogallo nel 1821 lasciando il figlio Pietro reggente e la moglie sostituta reggente in caso di assenza del marito. Ed è con queste cariche che la coppia reale realizza due avvenimenti storici, il mantenimento dell’unità dell’immenso impero portoghese a fronte della dissoluzione in una ventina di stati di quello spagnolo e l’indipendenza del Brasile. È’ nel 1822, quando è al massimo la tensione tra il Portogallo e suo marito, che si rivela la tempra e il sangue degli Asburgo. Maria Leopoldina, reggente del Brasile essendo Pietro lontano, si rende conto che non si può più rinviare la scelta dell’indipendenza, così lei, una straniera, predispone il decreto che separa il Brasile dal Portogallo e lo manda al marito che lo firma quella sera stessa: è il 7 di settembre, era nato l’impero del Brasile.
Ma le difficoltà per una istituzione monarchica in un continente totalmente repubblicano non furono poche. Da qui la necessità di stringere legami con l’Europa. Ecco allora arrivare a Napoli nel 1843 una flotta navale dell’impero del Brasile per portare a Rio la figlia del re di Napoli, il Borbone Francesco I, sorella del futuro re Ferdinando, la principessa Teresa Cristina. Costei sposerà, una volta arrivata a Rio, l’imperatore Pietro II. Nel viaggio verso Rio la flotta brasiliana è accompagnata da due navi napoletane con il fratello Luigi, conte dell’Aquila, che successivamente si sposerà con . una Braganza, la principessa Janvaria sorella dell’imperatore.
Gli archivi napoletani sono pieni del carteggio pieno di nostalgia tra la principessa borbonica e i parenti rimasti a Napoli. Teresa Cristina ebbe la fortuna di trovare in Pietro II un uomo totalmente diverso dal padre, pur difendendo sempre l’unità del Brasile, governò in modo liberale il paese.
Figura singolare quella di questo regnante sudamericano. Colto, amante della musica e dei viaggi, più un raffinato borghese che un regnante. Il diarista della regia corvetta Vittor Pisani, nel suo giro attorno al mondo, approda nel 1882 a Rio. L’imperatrice non mostra rancore per la fine del Regno delle Due Sicilie, salita a bordo si mostra “contenta di rivedere l’uniforme italiana”.
Spetterà all’erede dell’impero brasiliano, Isabella, ovvero alla figlia di una napoletana, reggente data l’assenza del padre, firmare una delle leggi più importanti della storia del Brasile, la “Legge Aurea” ovvero l’abolizione della schiavitù. Era il 1888. L’anno dopo fu proclamata la repubblica, la coppia reale andò tranquillamente in esilio in Europa.

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