Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
L'amnistia in Brasile non vale per tutti
di Roberto Lovari da Il Tempo del 31/01/09
L’autorevole giornale brasiliano Folha de S.Paulo nella sua edizione di ieri smentisce clamorosamente il Ministro della Giustizia Tarso Genro. Il giornale è riuscito a conoscere il documento segreto di 16 pagine con cui il CONARE (Comitato Nazionale per i Rifugiati) ha motivato il rifiuto di concedere a Cesare Battisti l’asilo politico concessogli poi da Tarso Genro.
I membri, tra cui autorevoli rappresentanti del ministro della Giustizia e degli Esteri, affermano che la giustizia italiana è democratica e rispettosa dei diritti umani, che non vi è persecuzione politica come sostiene Cesare Battisti nella sua richiesta di asilo politico. Una netta smentita della principale motivazione usata da Tarso Genro per motivare la sua scelta.
Giovedì scorso il Supremo Tribunale Federal ha richiesto il documento al Conare. D’altra parte non lascia dubbi la chiara dichiarazione fatta sabato 17 gennaio, sempre al Folha dal presidente del STF Mendes: “la decisao sobre italiano foi un ato isolado de Tarso”. (la decisione sull’italiano è stata una scelta personale di Tarso).
Certamente questo non significa che il Supremo Tribunale cambierà la decisione di Genro, ma conferma che la scelta non è basata su dati giuridici ma si tratta di una decisione politica. Posizione condivisa in Brasile da giornali, TV, radio, partiti politici, solamente il ministro Dulci, PT, è uscito in sua difesa. Tarso Genro ha utilizzato Battisti per due chiare ragioni, rilanciarsi a sinistra e mettere in difficoltà Lula che gli ha preferito il ministro Dilma Rousseff come suo successore nelle presidenziali .
Tarso Genro era stato trombato alle elezioni per il governatore dello Stato di Rio Grande del Sud nel 2002, poi il PT aveva costretto Lula a portarlo al governo insieme ad altri illustri trombati. Uscito illeso dal grande scandalo chiamato “mensalao”, ovvero tangenti mensili che gli amici di Lula pagavano ai deputati alleati per approvare le leggi di Lula, aveva ereditato il posto del potente Dirceu. Sperava così di succedere a Lula, ma le cose sono andate diversamente. Lula con la scelta della Rousseff prende due piccioni con una fava. Dicono i “boatos”, Dilma è debole, perderà e Lula si potrà ricandidare nel 2014. in caso di vittoria c’è già un patto, che la Rousseff non si ricandiderà.
Tarso Genro ha approfittato della complessa situazione in cui si trovano il PT e Lula per giocare una partita di grande visibilità, l’anno prossimo si vuole candidare a governatore dello stato di Rio Grande do Sul. Inoltre non si deve dimenticare che lui ed altri durante il regime militare hanno avuto sostegno dai cubani, dal comunismo internazionale, dalla sinistra internazionale e in modo particolare dai francesi. In questi giorni a Belem, in Amazzonia, si celebra il IX World Social Forum. A proposito dei militari, il Club dell’Esercito di Rio de Janeiro, associazione con grande ascolto tra i militari brasiliani, ha sottolineato le contraddizioni di Tarso Genro sull’amnistia. In Brasile la vuole cancellare per processare i protagonisti del regime militare degli anni sessanta e settanta, nel contempo rimprovera l’Italia che non ha fatto un’amnistia per chiudere i conti con il passato.
Per il vecchio portavoce del “movimento comunista rivoluzionario degli anni ‘70”, ossia Tarso Genro, la democrazia italiana che lottò contro il terrorismo è uguale al regime militare brasiliano.
Bene ha fatto Frattini a definirlo demagogo, altre parole non sono necessarie.

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