Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Lula in visita in Italia
di Roberto Lovari
In questi giorni il presidente del Brasile Lula è in visita in Italia dove incontrerà anche il papa Benedetto XVI. Certamente sarebbe stato meglio che qualcuno alla Farnesina si fosse ricordato che il Brasile con i suoi 8,5 milioni di chilometri quadrati di grandezza, i suoi 200 milioni di abitanti, il suo PIL che è il decimo del mondo (con l’economia sommersa è molto più in alto), è una potenza mondiale emergente insieme a Cina, India, Russia e Sudafrica. Sicuramente la Garfagna è un ottimo ministro, ma pur sempre senza portafoglio e di secondo livello, se non di terzo.
Pur4troppo il Brasile è per l’Italia una delle tante occasioni perdute, come lo è d’altra parte tutto il Sudamerica, semi dimenticato dalla nostra politica estera.
 L’Italia di recente è stata ammessa al gruppo dei paesi ibero-americani, ovvero l’organizzazione che periodicamente riunisce Spagna, Portogallo e tutti i paesi dell’America Latina nati dalle colonie di questi due stati. Il sottosegretario Scotti, che ha la delega per il Sudamerica, ha partecipato nello scorso mese ad un vertice di questa organizzazione che si è tenuto in El Salvador.
Lula ha fatto tutti gli incontri di rito, Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, giovedì è stato ricevuto per mezzora da Benedetto XVI. Singolare è stato il rapporto con la stampa, niente conferenza ma solo un incontro con cinque testate nazionali, il Manifesto, Repubblica, il Messaggero, il Corriere della Sera, il Sole 24ore. Alla stampa “accreditata” è stato concesso solo di assistere a parte dei vari incontri.
Ci permettiamo di segnalare alcune piccole perle dei vari servizi giornalistici: su Repubblica è sfuggita la definizione di “premier”riferita alla candidata che Lula vorrebbe alle elezioni del 2010. La Roussef è solo un ministro importantissimo, quello della “casa civil”, una specie di Capo di Gabinetto. La carica di Premier o di Presidente del Consiglio in Brasile semplicemente non esiste, il Brasile è una repubblica presidenziale.
Il Manifesto mette in bocca a Lula le seguenti parole: “In Brasile fra riserve indigene, parchi nazionali e parchi statali fanno probabilmente un’estensione pari a quella dell’Europa”. Bisogna che qualcuno spieghi al bravissimo Maurizio Matteuzzi che se questo fosse vero, poiché l’Europa è grande 10 milioni di chilometri quadrati, il Brasile con i suoi 8,5 milioni sarebbe solo una grande riserva. Ma anche il Corriere della Sera partecipa alla raccolta “perle”: a Lula si fa dire, sulla successione: “Io in verità un nome in mente ce l’ho già, quello di Dilma Roussef, capo dello staff di governo, ancora non ho parlato con lei, ma credo che potrebbe essere una buona candidata”. Qualche cosa non quadra, sono mesi che la Roussef accompagna Lula in ogni piccola o grande manifestazione dove è subissata dalle lodi di Lula, ma ancora non le ha detto che la vuole suo successore!
Certamente si tratta di piccole sviste di traduzione, nelle interviste Lula si è dimostrato come sempre bravo ed abile. Qualcuno però avrebbe dovuto dirgli che negli ultimi tempi non è più l’idolo del Manifesto ma che è stato sostituito da Chavez. Lula giustamente ha ricordato i successi della sua presidenza, esaltando i risultati delle sue politiche sociali, dimenticandosi però di dire che le politiche sociali sono state possibili grazie ai successi in economia ottenuti con un rigido rispetto delle regole del mercato e per gli investimenti esteri.
Lula difende molto bene la sinistra radicale del Sudamerica, i vari Chavez, Morales, Correa e Lugo, però nessuno dei giornalisti ha chiesto perché un comandante militare brasiliano di una regione vicina al Paraguay ha minacciato di occupare la diga di Itaipu se Lugo non avesse smesso di rivendicare una diversa distribuzione dei profitti tra Brasile e Paraguay.
Lula ha fatto contenti i giornalisti dicendo che bisogna che gli USA cessino il blocco economico di Cuba. In politica estera fa molti giri di valzer a sinistra, fermo restando che in economia è rigorosamente liberale e liberista di destra. Per finire ricordiamo che Lula ha ripetuto che il suo candidato per il 2010 è la Roussef. Per la cronaca riportiamo i “boatos” che girano in Brasile: la Roussef è un candidato ad oggi molto debole, qualora perdesse nel 2010 nel 2014 Lula potrebbe essere di ritorno.
Forse è un modo per sminuire un uomo che è entrato ormai giustamente nella storia di questo grande paese per meriti giusti e grandi.

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