Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Carta al lettore
da Veja del 31/01/07 sul PAC
Il governo annunciò nella settimana passata un pacchetto di misure destinate ad aumentare il ritmo di crescita dell’economia brasiliana. L’insieme è un notevole sforzo gestionale che regolamenta, spiega, definisce mete e facilita il cammino e le scadenza. In sintesi, le misure, se attuate come nella concezione originale, andranno ad aumentare l’efficienza della macchina governativa. Questo va bene, molto bene. Tutti i governi brasiliani soffrono da decenni di generali e cronici fallimenti degli organi quando devono attuare i piani. Ma è insufficiente. Il pacchetto lubrifica un modello di stato costoso, basato sul finanziamento di iniziative con aumenti costanti delle imposte e con partecipazione appena della iniziativa privata. Per non perdere le opportunità un paese inserito nell’economia globale ha bisogno molto di più di una vecchia macchina ristrutturata. Gli economisti utilizzano una felice espressione per definire lo sforzo, a volte doloroso, di tentare di mantenere in funzione un sistema obsoleto:”secondo il motore, anche un mattone vola”.
La Germania orientale sotto il comunismo era “un mattone volante”. Gli abitanti del lato orientale di Berlino avevano quasi lo stesso numero di auto pro capite degli abitanti del lato occidentale. La differenza? Quelle del lato occidentale erano Porche e Mercedes. Il modello del lato orientale era la Trabant, ognuna inquinava come due moderni bus cittadini, non aveva chiave di accensione né marcia indietro. Bastò che cadesse il muro perché emergesse la realtà e ciò che sembrava il progresso sotto l’isolamento della pax sovietica si mostrasse come la più dura delle arretratezze.
Negli anni ’90, con la sconfitta dell’inflazione, l’apertura dell’economia, la privatizzazione delle società statali e l’approvazione della Legge di Responsabilità Fiscale, il Brasile ha abbattuto il suo muro di Berlino. Adesso è necessario avanzare. Questo si fa con un aumento di efficienza, non solo nel governo, ma in tutta l’economia. La ricetta per farlo è nota: contenere il buco della previdenza, spendere meglio quello che il Governo già ottiene per poter così diminuire il carico delle imposte che va oltre il 40% del PIL e modernizzare le relazioni industriali. Un lavoro prioritario per l’Esecutivo, il Legislativo, il Giudiziario, da intraprendere insieme con grande urgenza.

torna indietro torna sopra