Brasile & Sud America
 
 
ARGENTINA (BUENOS AIRES)  
Tutta l'Argentina è in festa, la “Presidenta” un po’ meno
di Roberto Lovari Il Secolo d’Italia 29/05/2010
Il giornale Clarim ha scritto nella sua edizione del 26 maggio che ben 2 milioni di persone hanno assistito al giorno finale delle manifestazioni del bicentenario dell'indipendenza. E infatti i 25 maggio 1810 si iniziò a Buenos Aires quella lotta che avrebbe portato sei anni dopo alla fine della dominazione spagnola e alla nascita della Repubblica Argentina. Venerdì 21 l'inaugurazione di un viale “La Calcada do Bicentenario”, il presidente della Repubblica CristinaFernandez, sposata con l'ex presidente Nestor Kirchner, ha dato inizio ai cinque giorni di festeggiamenti. Alla sera un concerto rock ha richiamato più di 300.000 persone. Nei giorni successivi vi sono state sfilate militari nelle quali non sono mancati i reduci della guerra delle Malvinas con grande emozione di tutti, una sfilata dell'integrazione che ha unito le comunità e i paesi invitati in "una unione fraterna dei popoli e nella integrazione dell'Argentina con i paesi dell'America Latina e del mondo". Nella serata finale di Martedì 2 milioni di persone hanno assistito agli spettacoli musicali con i classici fuochi artificiali per marcare la fine dei festeggiamenti, accanto alle iniziative pubbliche vi sono state una serie di incontri e di cerimonie religiose e di Stato. Ben 25 leader latino americani tra cui sei capi di Stato, il "deposto presidente Honduras" e l’inviato speciale di Benedetto XVI hanno dato un taglio internazionale alle varie cerimonie. Ma accanto alla passione civile e all'entusiasmo degli argentini un forte spazio hanno avuto le polemiche tra Cristina Fernandez e l'opposizione. Non è mancato un fatto insolito per un paese che si è sempre vantato "di essere bianco" a differenza degli altri paesi latinoamericani. Una sfilata fino alla Plaza de Mayo,salotto storico del paese, di centinaia di indios vestiti con gli abiti tradizionali provenienti da tutta l'Argentina, dopo una marcia di 2000 km hanno ricordato la loro esistenza, sono circa l'uno e mezzo o due percento della popolazione e hanno chiesto il rispetto dei loro diritti. Ma l'attenzione degli argentini e stata attratta da altro, da un rinnovato scontro tra la Fernandez e il sindaco di Buenos Aires Mauricio Macri. Il sindaco aveva dichiarato che se alla inaugurazione del restaurato teatro Colon la "presidenta", come la chiamano gli argentini, fosse venuta con il marito, si sarebbe sentito a disagio. Macri accusa l'ex presidente di essere dietro una complessa vicenda di intercettazioni telefoniche che lo ha portato di fronte alla giustizia. La Fernandez ha risposto immediatamente che non andrà "lasciamolo godere tranquillo alla festa.". Il municipio dove Macri è in maggioranza ha pubblicamente rifiutato a Chavez il titolo di "visitante illustre". Ciò mentre la Fernandez inaugurava una collezione di quadri di grandi sudamericani dove, accanto a San Martin e a Bolivar c'è il Che Guevara. L'anno prossimo si voterà per la presidenza della Repubblica, la Fernandez ha perso nelle ultime elezioni la maggioranza nei due rami del Parlamento, il sindaco Macri è dato come candidato alla presidenza dell'opposizione. Gli osservatori dicono che siamo all'inizio di uno scontro che sarà durissimo. Ma se gli argentini hanno fatto festa i piccoli risparmiatori italiani non ne hanno motivo. Nel 2001 come noto l'Argentina dichiarò default, il fallimento dello Stato argentino. Sembrerà incredibile ma il parlamento argentino salutò con un applauso l'informazione del governo che non sarebbe stato più pagato il debito estero. La versione del governo era che il debito estero era in mano a grandi speculatori. Nel 2005 l'Argentina ristrutturò 102 miliardi di dollari riconoscendo solo il 30% del credito con titoli a lunga scadenza. Rimasero fuori circa il 20% dei creditori. In Italia i possessori di titoli argentini erano non 400.000 grandi speculatori, ma piccoli e medi risparmiatori che in parte accettarono l'esproprio proletario argentino. A metà aprile di quest’anno la "presidenta" disse che il restante 20% del debito argentino in default, dal 2011 in mano a risparmiatori americani, giapponesi e italiani, sarebbe stato pagato con nuovi titoli. L’Argentina vuole riacquistare credibilità nei mercati internazionali dove nessuno gli presta un peso dato il default del 2001. Il 17 maggio l'Ansa Latina ci informa che il ministro dell'economia Argentino Amaro Boudou è stato in Italia dove ha esposto l termini del rimborso e si è detto ottimista circa l'accettazione delle proposte. L’Argentina propone due possibilità, rimborso facciale con scadenza nel 2038 “si avete letto bene il 2038”, l’interesse è il 2,50 anno, oppure titoli al 33% del valore facciale con scadenza nel 2018 con interesse al 2,5%. Un vecchio proverbio toscano dice: “la mamma degli imbroglioni è sempre incinta". Sicuramente ha ragione lo storico argentino Luis Alberto Romero quando dice che l'Argentina sta "passando una fase di decadenza notevole".

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