Brasile & Sud America
 
 
ARGENTINA (BUENOS AIRES)  
I Kirchner lasciano un'Argentina in crisi
di Roberto Lovari da l’Opinione 30/05/09
La domanda è sulla bocca di tutti gli argentini dal 2007, quando Nestor Kirchner decise di non ricandidarsi, caso assolutamente nuovo in Argentina, e di presentare sua moglie come candidata non facendo nemmeno il congresso del Partito Peronista.
Kirchner è diventato il primo presidente eletto a passare il potere alla propria moglie, anche lei naturalmente eletta dalle urne. Gli argentini parlano tra il riso e la rabbia di un caso buone per il libro dei guinness dei record. Fino a quando Cristina Fernandez in Kirchner non assunse il potere, il 10 di dicembre, oppositori e peronisti scherzavano sul fatto di avere “due presidenti nello stesso letto”, l’uscente Nestor e l’entrante Cristina, ben presto ribattezzata la “Presidenta”.
Rapidamente questo clima forse un po’ scherzoso ed ironico, ha ceduto il passo alla politica che ha visto la popolarità della Presidenta Cristina, eletta con un ampio 45% dei voti, affrontare duri scontri nel paese, primo fra tutti l’insuccesso con il mondo degli agricoltori per il tentativo di impadronirsi di quasi tutti gli utili delle esportazioni agricole, tentativo fallito per il voto decisivo in senato dello stesso vicepresidente della repubblica.
Si aggiunga che la situazione economica continua peggiorare di giorno in giorno. La diminuzione dei prezzi di quelle che sono la “miniera d’oro” dell’Argentina, le esportazioni agricole, ha creato una situazione finanziaria sempre più difficile.
Dopo il default del 2001 nessuno presta più soldi al’Argentina, fino all’anno scorso c’era il venezuelano Chavez, adesso lui stesso deve chiederne. Gli argentini storicamente hanno sempre guardato dall’alto in basso i brasiliani, mezzi negri e poverissimi, a loro vedere, adesso invece sono i brasiliani che comprano pezzi di imprese argentine e proprio in questi giorni Lula ha concesso addirittura un prestito di un miliardo e mezzo di dollari all’Argentina. Per non parlare dell’inflazione,   storico del paese, il governo parla di un 10% annuo, gli economisti indipendenti dicono un buon 30%.
Tutto questo aveva portato la popolarità della Presidenta verso il 25% con le elezioni previste a ottobre 2009 per rinnovare metà dei deputati e un terzo dei senatori. Nestor Kirchner non ha mai fatto molto per nascondere il suo ruolo, presidente del partito peronista e grande manovratore della politica nazionale. Gli argentini usano dire:” Cristina al governo Nestor al potere”. E proprio per non perdere la maggioranza del potere nei due rami del Parlamento la coppia presidenziale decide a marzo di anticipare le elezioni per il 28 di giugno, con la speranza di celebrarle in un momento meno duro per il paese, come invece si preannuncia nei prossimi mesi. Addirittura gli agricoltori hanno detto che in futuro, grazie alle politiche sbagliate del governo, non solo non ci saranno più esportazioni di carne, ma potrebbe anche mancare per gli stessi argentini, come per agli italiani si dicesse che ci sarà carenza di pasta.
L’ex presidente Nestor ha fatto scelte elettorali mai verificatesi nel paese, si è candidato lui stesso a Buenos Aires, dove risiedono il 38% degli argentini, e lo stesso ha fatto fare ai suoi più rappresentativi, come il governatore dell’omonima provincia Daniel Scioli. Guarda caso lo stesso giudice federale Manuel Blanco, che aveva respinto le contestazioni dell’opposizione contro i “falsos candidados” di Kirchner, adesso mette in discussione la candidatura di cinque donne nella provincia di Buenos Aires della lista di centrodestra dell’imprenditore Francisco de Narvaez che tallona da vicino nei sondaggi l’ex presidente.
A creare difficoltà alla coppia presidenziale ci si è messo anche l’”amico” Chavez. Infatti, non solo ha annunciato la nazionalizzazione delle imprese argentine della Techint operanti in Venezuela, provocando una violenta reazione dell’associazione degli imprenditori, ma ha anche detto a Lula, incontrato a Bahia, che lo stesso non accadrà alle imprese brasiliane. Alle proteste della Presidenta, Chavez ha risposto che stava scherzando.
Grande successo riscuote in Argentina il programma satirico “Grande cognato”, ritrasmesso in Brasile anche al TG della brasiliana Globo, una feroce parodia della coppia presidenziale.
Se il potente sindacato peronista della Confederacion General del Trabajo (CGT) non ha aderito, la Central de Trabajadores Argentinos (CTA) ha portato milioni di lavoratori in piazza a Buenos Aires, facendo collassare la capitale argentina.

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