Le elezioni presidenziali sono sempre un elemento di grande importanza politica nelle repubbliche presidenziali, ma in Colombia questa volta si caricano di grandi significati. Non solo si dovrà scegliere l’uomo che guiderà il paese per cinque anni, ma anche se proseguire o no nelle trattative di pace con la più importante guerriglia comunista del paese, le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia). Da un anno a Cuba si tengono incontri, ben ventidue sessioni, per definire i termini del possibile accordo che, fino ad oggi, si è trovato sulla questione agraria e sulla partecipazione dei guerriglieri alla vita politica della Colombia. Nei prossimi incontri entrerà in discussione il tema delle droghe e del narcotraffico. Le elezioni legislative hanno consegnato dati molto significativi, una chiara affermazione dell’ex presidente Uribe con il suo Centro Democratico. Uribe ha rotto da tempo con l’ex delfino Santos e si è schierato nettamente contro le trattative con le FARC. Per Uribe l’unica risposta a quelli che lui chiama “terroristi” è quella armata. Diversa è la proposta del Presidente uscente Manuel Santos che ha intrapreso una lunga trattativa con le FARC, nella speranza e convinzione che, anche se si dovranno pagare prezzi, sia l’unica risposta per porre fine ad una guerriglia che ha martoriato il paese e ancora vede sanguinosi episodi quotidiani. Santos, con il suo partito dell’”U”, ha perso voti e seggi, ma con i suoi alleati, nel Congresso può ancora contare sui voti necessari per far votare una pace con le FARC. I primi sondaggi lo davano in testa nelle scelte dei colombiani per il 25 di maggio, poi la situazione si è appesantita e complicata. L’opposizione non ha perso l’occasione per dire che Santos non è in condizioni di salute per fare il Presidente, ciò a causa di una sua spiacevole “incontinenza urinaria” durante una manifestazione. Santos, con il suo medico, ha spiegato che è stato operato con successo di un cancro alla prostata. Allo squallore del momento, si è aggiunta la complicata vicenda del sindaco di Bogotà, Petro, che è stato dichiarato decaduto per irregolarità nella gestione dei rifiuti. Niente corruzione, ma solo irregolarità amministrative che gli sono costate la decadenza da sindaco e la sospensione dei diritti civili e politici per 15 anni. La cosa ha suscitato le dure critiche delle FARC. Petro è un ex guerrigliero del movimento 19M che è entrato in politica dopo l’accordo di pace degli anni ottanta. Volete l’accordo di pace, dicono le FARC, e poi chi entra in politica viene trattato così! In un precedente documento i guerriglieri comunisti avevano sollevato dubbi sulla volontà e possibilità del Congresso uscito dalle ultime elezioni di votare la pace. Ma a rendere ancora più complicato lo scenario del 25 maggio è un sondaggio uscito di recente. Secondo l’inchiesta DATEXO pubblicata il 17 marzo, il candidato del Partito Verde Peñalosa vincerebbe al secondo turno con il 40,4% contro il 37,1% di Santos. si è trattato di un sondaggio telefonico, con un margine di errore del 3,1%. Ad oggi, tutte le altre inchieste danno vincitore sicuro Santos. Molti analisti ricordano il successo momentaneo dell’allora candidato verde Antanas Mockus nel 2010, Santos vinse alla grande al secondo turno. Tutto questo, dicono i più attenti analisti, è il segno della stanchezza degli elettori colombiani. La sinistra, pur uscita male dalle elezioni, ha ritrovato l’unità tra il Polo Democratico e Unità Popolare, organizzazione politica dei guerriglieri che fecero la pace negli anni ottanta, rinata di recente in seguito ad una sentenza della Magistratura. Candidate saranno Clara Lopez Obregon e Aida Avella, rispettivamente per la presidenza e la vice presidenza. |