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BRASILE (BRASILIA) |
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Brasile: si definiscono le candidature delle presidenziali del 2014
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di Roberto Lovari |
Il 5 di ottobre è stata una data importante nella politica brasiliana. Tra un anno esatto ci saranno le elezioni presidenziali e in questo giorno ci sono scadenze di grande importanza. In primo luogo, entro questa data il Tribunale Superiore Elettorale deve autorizzare la nascita di nuovi partiti che abbiano compiuto gli atti richiesti: raccogliere in tutto il Brasile 492.000 firme e aver costituito comitati organizzativi in almeno 7 stati. I partiti richiedenti la ufficializzazione della loro esistenza sono tre, il PRUS, il Solidariedade del sindacalista e deputato del PDT Paulo Pereira da Silva detto Paulinho e la Rede Sustentabilidade di Marina Silva, ex candidata alle presidenziali del 2010. Varie le ragioni per cui questo riconoscimento è importante. Primo, senza riconoscimento non si può partecipare a nessun tipo di elezioni, secondo, i deputati federali e i consiglieri comunali se vogliono cambiare partito lo possono fare solo aderendo a nuovi partiti riconosciuti. Il riconoscimento consente inoltre ai nuovi partiti spazi televisivi nei programmi gratuiti durante la campagna elettorale, oltre ad accedere al finanziamento pubblico ai partiti previsto dalla legge brasiliana. In più, elemento questa volta di grande importanza, chi si vuole candidare alle elezioni presidenziali deve essere iscritto, entro il 5 di ottobre, ad un partito riconosciuto. È il caso di Marina Silva, il cui partito, Rede Sustentabilidate, non ha ottenuto il riconoscimento dal Supremo Tribunale Elettorale avendo raccolto solo 450.000 firme. Dopo la decisione del TSE di venerdì 4 ottobre, si è aperto il problema di cosa fare. Marina Silva, che aveva raccolto ben 20 milioni di voti nel 2010, era nei sondaggi ai primi posti, con il 16% contro il 38% della presidente uscente Dilma Rousseff, il 13% di Aezio Neves e l’11% del presidente del PSD e governatore dello stato di Pernambuco Eduardo Campos. Marina aveva sempre affermato di non avere un piano B, cioè una soluzione in caso di mancata approvazione del suo partito, che avrebbe potuto essere l’accettazione di una candidatura offertale da molti altri partiti, in primo luogo dal Partito Popolare Socialista (PPS) di Roberto Freyre, partito nato al vecchio partito comunista brasiliano. Ma sabato 5, dopo lunghe riunioni, arriva la scelta, Marina Silva comunica che si è iscritta al Partito Socialista Brasiliano per rafforzare ed arricchire programmaticamente la candidatura del governatore Eduardo Campos. Il presidente del PSB è una figura ricca anche di storia, essendo il nipote di Miguel Arraes, personalità e grande oppositore del regime dei militari e di grande prestigio nella sinistra brasiliana. Il nipote Campos, forte del prestigio datogli dal suo buon governo nello stato di Pernambuco, aveva cominciato da alcuni mesi a ventilare la sua candidatura alle presidenziali del 2014. Il suo PSB era cresciuto molto nelle ultime elezioni, arrivando a guidare ben sei stati. Nel mese di settembre ufficializza la sua candidatura, facendo dimettere i suoi ministri dal governo della Rousseff. Non tutto il partito lo ha seguito, infatti il governatore dello stato del Ceara, Cid Gomez, è uscito dal PSB per continuare ad appoggiare la presidente uscente. Alcuni dicono che Marina accetterà di essere la sua vice. Si chiude il quadro dei candidati alle presidenziali del 2014. L’ultimo dato importante è stata la rinuncia di Serra a candidarsi, esprimendo il suo appoggio al candidato del suo partito, il PSDB, Aezio Neves. Lula, con la sua esperienza, ha capito i pericoli del nuovo quadro: “farò di tutto per sostenere la mia candidata Dilma, andrò ovunque, solo non canterò perché sono stonato”. |
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