Brasile & Sud America
 
 
CILE (SANTIAGO DEL CILE)  
Cile: due donne con un passato comune per la presidenza della Repubblica
di Roberto Lovari
Paese singolare il Cile per la sua geografia, per la sua storia recente, per gli avvenimenti di questi giorni. Paese dal paesaggio geografico con estremi climatici. Essendo lungo ben 4300 chilometri (ossia più che tra Palermo e Capo Nord) e stretto non più di 180, ha al Nord il deserto più arido del mondo, quello dell’Atacama, al Sud i geli della Terra del Fuoco, non manca un centro dal clima mediterraneo che dà, tra l’altro, ottimi vini. Sul piano della storia contemporanea  entra con risonanza mondiale nel 1973, quando un colpo di stato organizzato dal generale Pinochet abbatte il presidente socialista  Allende. Ne seguirono repressioni ed esili che colpirono le opinioni pubbliche democratiche e progressiste del mondo  per quasi due decenni.
Paradossalmente fu proprio quella democrazia abbattuta a colpi di cannone a mandare a casa Pinochet con il Referendum del 1988 voluto, bisogna dirlo, dallo stesso dittatore. Altro dato sorprendente è che le forze di centro sinistra, che presero il potere dopo Pinochet, non cambiarono quasi nulla della politica economica del dittatore, il risultato ancora una volta sorprendente è che il Cile è il paese dell’America Latina che ha goduto e gode di una crescita economica continua e stabile. Gli anni del nuovo millennio vedono il primo presidente socialista dopo Allende e la prima donna presidente, anch’essa socialista, Michelle Bachelet. Un paese dove l’alternanza funziona e porta il centro destra alla presidenza con Sebastian Pinera nel 2010. Il 30 di Giugno le primarie avrebbero dovuto dare i due candidati per le elezioni presidenziali del prossimo 17 di novembre. Grande successo per l’ex presidente Bachelet che ha lasciato un prestigioso incarico all’Onu, un milione e mezzo di cileni, il 75% dei votanti, compresi i comunisti, la designano candidata. Il centro destra sceglie Pablo Longueira della conservatrice Unione Democratica Indipendente (UDI), che batte Allamd di Rinnovamento Nazionale. Improvvisamente Longueira annuncia che si ritira dalla candidatura per ragioni di salute. Dopo qualche giorno di caos e di polemiche, tra i partiti del centro destra ecco apparire la nuova candidata comune, si tratta di Evelyn Matthei.  Qui sembra che a muovere la politica cilena sia uno scrittore di telenovelas o di romanzi di fantapolitica. La nuova candidata è anche lei figlia di un generale dell’aviazione militare cilena, come la Bachelet, le due si sono conosciute e hanno frequentato la stessa scuola nella base aerea di Quintero. E’ l’11 settembre del 1973, il giorno del golpe militare di Pinochet, a dividere la storia delle due ragazze. Il padre della Bachelet, Alberto, ministro del governo Allende, fu imprigionato e morì per attacco cardiaco dopo essere stato torturato. I Matthei erano in Inghilterra l’11 settembre, al suo rientro in Cile il generale Matthei fu nominato ministro e membro della Giunta Militare. Michelle Bachelet, dopo essere stata arrestata e torturata, andò in esilio nella Germania comunista. Sposate e divorziate con figli, hanno caratteri diversi, amabile la Bachelet, autoritaria e volitiva la Matthei. Per Valenzuela, importante e stimato direttore di un centro studi, Bachelet e Matthei avranno una disputa storica, fra chi fu figlia di una vittima della dittatura e chi di un attivo membro della Giunta Militare. Prima della candidatura della Matthei la madre della Bachelet aveva dichiarato: “Il generale Matthei è sempre stato nostro amico e ho la certezza che non ebbe nulla a che fare con la tortura di mio marito”. Il generale Matthei era stato convocato dal giudice che indaga sulla morte del generale Bachelet.

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