Il piccolo paese del Sudamerica ha avuto sempre un ruolo marginale nella storia della regione. Viene ricordato in modo particolare per la singolare vicenda delle “Misiones”, comunità di indios Guarani messe in piedi dai gesuiti fino alla loro espulsione dal paese. Altra vicenda storica di rilievo è la guerra che per cinque anni (1865-1870) affrontò con Argentina, Brasile e Uruguay. Alla fine de conflitto il paese era semi distrutto ed erano sopravvissuti solo la metà degli uomini, bambini o vecchi. Era tornato alla ribalta nel 2006, quando un oscuro vescovo cattolico della diocesi più povera del paese, San Pedro, Fernando Lugo, chiese alle autorità ecclesiastiche di riportarlo alla condizione laicale in quanto voleva candidarsi alla presidenza della Repubblica. Incurante della decisione vaticana che lo aveva sospeso “a divinis”, l’ex vescovo riuscì a farsi eleggere nel 2008 a capo del suo paese. Ebbe momenti di popolarità quando, dopo varie richieste di riconoscimento di paternità, ne riconobbe una. Dopo anni di silenzio, è ritornato sui giornali internazionali in seguito al riconoscimento di una nuova paternità. Purtroppo, dopo poco tempo, la stampa si è dovuta occupare di un grave scontro tra la polizia e gli occupanti di una azienda agricola che lascia ben diciassette morti. Da tempo Fernando Lugo era in difficoltà nel paese e in parlamento, in modo particolare per la rottura con il principale partito che lo aveva sostenuto alle elezioni presidenziali, il Partito Liberale Radicale Autentico, che aveva anche espresso il vice presidente, Federico Franco. Subito dopo la tragica vicenda, le opposizioni si uniscono e, il 21 di giugno, la Camera, con un solo voto contrario, chiede che il Senato destituisca Lugo per “un cattivo svolgimento della sua funzione”. Puntualmente il giorno dopo il Senato si riunisce e, dopo aver dato agli avvocati del presidente due ore per la difesa, vota la sua decadenza immediata con soli quattro voti contrari. Dopo poche ore il suo vice, Federico Franco, viene nominato nuovo Presidente del Paraguay. Nel tentativo di fermare la crisi, una folta delegazione di ministri degli esteri dei paesi dell’UNASUR (Unione delle Nazioni dell’America del Sud) si era recata nella capitale del Paraguay Asuncion, inutilmente i vari ministri hanno tentato, durante le fatidiche giornate di Giovedì e Venerdì, di salvare Lugo, senza esito. Durissima nei giorni successivi la reazione dei vari organismi della regione e dei vari stati, anche se con modalità diverse. Il Mercosur, l’organizzazione economica e doganale che unisce Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, ha sospeso quest’ultimo stato fino alla celebrazione delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Lo stesso ha fatto l’UNASUR, da parte sua l’Organizzazione degli Stati Americani, OSA, ha mandato una delegazione guidata dal suo segretario generale, il cileno Miguel Insulza. Dopo due giorni di colloqui e di incontri con Lugo e con il nuovo presidente Franco, è ripartita per riferire al Comitato permanente dell’organizzazione che ha sede a Washington. Mentre l’UNASUR e il MERCOSUR si sono limitati alla sospensione del Paraguay, diverse le reazioni dei singoli stati. L’Argentina, il Venezuela, l’Ecuador, la Bolivia e il Cile hanno ritirato il loro ambasciatore, il Brasile ha sì condannato la vicenda, ma non ha parlato di “colpo di stato parlamentare” come hanno fatto tutti gli altri. Chavez, per cercare di fare il primo della classe, ha annunciato la sospensione dell’invio di petrolio al Paraguay. Prudente la dichiarazione della Colombia, che ha stigmatizzato l’allontanamento di Lugo, fermandosi però a questo. Ma la crisi del Paraguay ha generato un’altra situazione paradossale: il MERCOSUR, presenti solo Argentina, Brasile e Uruguay, data la sospensione del Paraguay, ha deciso di accogliere tra le sue file il Venezuela. La domanda era vecchia di sei anni, ma il Senato del Paraguay non l’aveva mai approvata. Logicamente la cosa ha suscitato la dura reazione del Paraguay che ha respinto duramente le accuse rivoltegli e ha denunciato come nulla la decisione dell’ingresso del Venezuela. In Paraguay si cominciano a levare voci favorevoli a che il paese guardi a nuove alleanze, denunciando di essere sempre stato considerato il paese povero del MERCOSUR. Il Presidente Franco ha posto fine alle discussioni dicendo che il suo governo non prenderà alcuna decisione. Gli osservatori guardano alla nuova crisi apertasi come ad una nuova cartina di tornasole delle diverse realtà politiche della regione, assenti i grandi fratelli del Nord America, messicani e statunitensi, ambedue molto impegnati in vicende elettorali interne. |