Brasile & Sud America
 
 
SUD AMERICA E LATINA  
Cosa è cambiato? L'America Latina dopo l'11 settembre
di Roberto Lovari - L’Opinione 30/09/2011

Qui l’attacco alle Torri Gemelle ha prodotto un nuovo quadro politico ed economico. Gli USA, succedendo nel secolo ventesimo alla Gran Bretagna, hanno esercitato una egemonia completa, forse anche durante la guerra fredda, quando il castrismo portò a 50 chilometri dalle coste nordamericane lo spettro del comunismo. L’ansia e la voglia di rispondere all’attacco terroristico hanno fatto cambiare le priorità degli USA spostandole verso il Medio Oriente e l’Asia.

La “disattenzione”, voluta o no, del colosso nordamericano ha prodotto un nuovo quadro politico, economico e diplomatico in quest’area geografica, un tempo il “cortile di casa” degli USA. Sono sorti una serie di governi decisamente ostili, come quello di Chavez, o amici, o animati da una forte volontà di giocare un ruolo adeguato alla loro grandezza geografica ed economica, come il Brasile. Diplomaticamente l’America Latina ha cominciato ad essere presente nello scacchiere globale, vedasi l’ultima assemblea generale dell’ONU. Se vi sono stati che hanno dispiegato le ali per voli autonomi, vi è anche chi involontariamente ha pagato un prezzo pesante al disinteresse USA per questa regione. Certamente, quando l’economia presentò il conto all’Argentina per le folli politiche macroeconomiche dei peronisti della parità forzata del peso con il dollaro, il conseguente “default” nacque dal rifiuto di altri prestiti da parte del FMI , nel novembre del 2000 lo stesso organismo aveva coordinato un prestito di 40 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti, già impegnati nella guerra in Afganistan, non si sono preoccupati, né hanno fatto nulla per fermare il disastro dell’Argentina. Ad aumentare le distanza tra USA ed America Latina, hanno contribuito la guerra in Iraq e il fallimento della politica di Bush che voleva creare l’ALCA, un’area di libero commercio dall’Alaska alla Patagonia. L’elezione di Barak Obama ha riaperto la possibilità di un riavvicinamento tra gli USA e il suo “cortile interno”, come alcuni nordamericani chiamano l’America Meridionale. La sua promessa fatta al vertice della Americhe a Trinidad di “costruire un’alleanza di pari tra USA e America Latina” sembrava sincera ed entusiasmò tutti i sudamericani, ma le polemiche con i repubblicani e le guerre infinite in Afganistan e in Iraq non hanno consentito ad Obama di dare concretezza alle sue proposte. Si sa che in politica gli spazi non rimangono mai vuoti, né quelli economici né quelli politici, la comparsa in campo mondiale della Cina, vorace divoratrice di materie prime, trova nel Sudamerica quello che serve ad alimentare il suo fenomenale sviluppo economico. Il petrolio del Venezuela e dell’Ecuador, la soia dell’Argentina, la carne del Brasile e il rame del Perù trovano il compratore cinese pronto a spendere per acquistare queste materie prime. In pochi anni la Cina è diventata il partner più importante di un mercato tradizionalmente degli USA, il Perù e il Brasile.

Ma, se l’economia ha visto la comparsa di un nuovo grande soggetto, la Cina, anche il campo politico ha assistito alla nascita di una nuova potenza, il Brasile. Storicamente radicato nell’America del Sud, la volontà di autonomia e di indipendenza dal grande fratello del nord hanno trovato nel Brasile di Lula la possibilità di una concreta realizzazione. La crescita economica e politica hanno consentito al Brasile un grande ruolo di potenza non solo regionale, ma anche mondiale. L’UNASUR, l’Unione delle Nazioni dell’America del Sud, nata su spinta del Brasile, sembrava una delle tante sigle esistenti in Sudamerica ma senza peso politico. Lentamente l’UNASUR è cresciuta riuscendo, nel mese di settembre, a fare la prima esercitazione delle forze militari dei paesi aderenti, logicamente senza i non amati USA. Un fatto nuovo nella regione, vedremo.


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