Per dare il quadro del Brasile di questi ultimi mesi potrebbe essere utile ricordare due fatti. Mercoledì 13 Luglio il Jurnal da globo, il telegiornale della sera della potente emittente brasiliana, ha trasmesso un servizio sugli USA e la loro situazione economica . L’esperto economico del telegiornale, Sonderberg, ha mostrato un grafico dei principali creditori USA, al primo posto la ormai super potente Cina e al quarto , incredibilmente, il Brasile con 200 miliardi di dollari di titoli del tesoro nordamericano. Un fatto storico per un paese come il Brasile che ha dovuto misurarsi per 200 anni, alcune volte in modo drammatico, con il debito estero. Questo il segnale di un’economia in crescita permanente negli ultimi anni con una moneta, il real, molto forte, forse troppo forte. Il governo ha aumentato le tasse sulla entrata di dollari, il real forte crea difficoltà alle esportazioni brasiliane. L’altro elemento che rivela la novità del governo di Dilma, la rapidità con cui è stato sostituito il ministro dei trasporti, Alfredo Nascimento, sotto sospetto di corruzione.
Con la fine di Giugno terminano i primi sei mesi della presidenza Dilma, che vanno divisi in due periodi profondamente diversi tra loro. Nei primi cento giorni Dilma sembrava essere una efficiente e diligente gestrice dell’eredità lasciatale da Lula. Certamente alcune diversità avevano cominciato ad affiorare , una personalità parca negli interventi e nelle presenze, a fronte di un Lula onnipresente e straripante. Nei contenuti politici una sola presa di posizione significativa, Dilma aveva detto con chiarezza che non le era piaciuta l’astensione in sede ONU del Brasile sulla violazione dei diritti civili in Iran. Lula è stato attaccato varie volte dalle organizzazioni mondiali per la difesa dei diritti civili per i suoi atteggiamenti di vicinanza e di ”comprensione “ con i vari dittatori del Mondo, i fratelli Castro, Chavez e Ahmadinejad. Dilma si conquista una certa popolarità per il suo stile che mostra alcune, anche se piccole, diversità dal suo mentore Lula. Le cose cominciano ad avere un nuovo corso nel mese di Maggio con due avvenimenti, una sconfitta in Parlamento e il caso Palocci. Nel mezzo della vicenda Palocci, il progetto del governo sulle percentuali delle proprietà agricole da coltivare o da preservare, Codice Forestale, viene stravolto da una serie di emendamenti tendenti ad allargare le parti coltivate e a sanare gli abusi pregressi. Il fatto significativo è che gli emendamenti vengano approvati con l’aiuto di una parte consistente della maggioranza, è il centrista PBDB, il partito che esprime il vicepresidente della repubblica Michell Temer. Antonio Palocci, ministro della Casa Civil, in Italia un potente sottosegretario alla Presidenza con grandi poteri, già ministro dell’Economia con Lula, uomo potentissimo per il compito affidatogli di coordinare e indicare i nomi dei vari partiti per le ambitissime cariche di quello che in Italia si chiama ”sottogoverno “ e che in Brasile consiste in migliaia di nomine di primo e secondo livello. Un giornale brasiliano lo accusa di aver moltiplicato di venti volte il suo patrimonio personale durante il suo ultimo mandato parlamentare. Dopo molti silenzi, polemiche di ogni tipo e tentativi di salvarlo da parte di Lula, tutti dicono che Palocci era l’architrave del potere “lulista” nel governo Dilma. Alla fine, il 12 di Giugno Palocci si dimette e qui comincia la fase che porta a dire che è nato quello che in Italia chiameremmo governo Dilma due.
Dilma non è più il presidente di un governo scelto da altri, in primo luogo da Lula. Mentre da varie parti, Lula, il PT e gli alleati le indicano dei nomi, Dilma fa la sua scelta personale. Nuovo ministro della Casa Civil è la senatrice del PT Gleisi Hoffman, detta in senato “Barbie” per il suo aspetto e per i suoi capelli biondi, legata da antica amicizia a Dilma. Ma la presidente prende gusto ai cambiamenti, ed ecco imporre un’altra donna, nota per il suo duro atteggiamento nelle aule parlamentari, Adele Salvati. La mette nello strategico ministero delle relazioni internazionali. Le mosse rapide e con scarse consultazioni sorprendono amici ed alleati. È il nuovo stile della Dilma, che pare voglia essere veramente il presidente del Brasile e non più la semplice controfigura di Lula. Si spiega così la vicenda del Ministro dei trasporti, che in quattro giorni viene sostituito senza aspettare la scelta del suo partito, il PT. Dilma ha fatto nascere un governo diverso da quello nato il primo di gennaio a forte influenza di Lula. I prossimi giorni ci diranno se quello chiamato il “governo delle donne” saprà navigare nella politica brasiliana. |