Il 23 di Ottobre gli argentini voteranno per eleggere il loro presidente, prima ci saranno le significative elezioni dei governatori delle Province e dei sindaci, per non dire delle primarie che ogni partito è obbligato per legge a fare il 14 di Agosto per scegliere il suo candidato alla presidenza. Il tutto si svolge in un clima fortemente polarizzato tra la presidente uscente e ricandidata Cristina Kirchner de Fernandez e una variegata opposizione. Scandali clamorosi come quello che coinvolge le famose “Madres de Plaza de Mayo”, l’incredibile vicenda dei fratelli Noble Herrera, eredi del Gruppo Clarin, una situazione economica di crisi con dati misteriosi,danno il clima che sta vivendo l’Argentina. Il 2003 aveva visto l’elezione del marito Nestor con una voto molto basso ma vincente dato l’abbandono al secondo turno dell’avversario Menem. Kirchner aveva saputo gestire con un certo successo il baratro in cui era piombato il paese dopo il default del 2001, alla scadenza del suo mandato era riuscito a far eleggere la moglie Cristina. L’avvicendamento aveva fatto nascere il nomignolo di “coppia presidenziale”. Alternandosi avrebbero creato un ciclo presidenziale a lungo termine, sfuggendo con l’”alternanza matrimoniale“ alla norma costituzionale che vieta più di due mandati presidenziali consecutivi. Ma dopo il successo del 2007 aveva raccolto sconfitte ed insuccessi tanto da far prevedere quasi certo il ritorno del marito Nestor alle presidenziali del 2011. Purtroppo il destino ha messo fine a questo disegno con la improvvisa scomparsa di Nestor Kirchner nell’Ottobre dell’anno scorso. Subito inserito nel Pantheon peronista insieme a Peron e ad Evita, la morte di Kirchner aveva fatto risalire i consensi di Cristina, che dopo false ritrosie, ha accettato l’”invito”dei maggiorenti del “Partito Justicialista”, cioè il partito peronista, riunito nella Convenzione Nazionale di fine Maggio. Il peronismo in versione Kirchner –Cristina sembra in grado di sopportare una valanga di scandali e di vicende paradossali. Il grande alleato Hugo Mojno, segretario generale del potente sindacato CGT (Confederazione Generale dei Lavoratori ), è investito da una serie di accuse di corruzione, gli fa compagnia una vicenda che colpisce uno dei miti argentini di questi tempi , le “Madres de Plaza de Majo”, considerate un simbolo della lotta per i diritti civili, che hanno visto Sergio Schoklender, braccio destro della presidente delle”Madres” Hebe de Bonafini, famosa anche per le sue simpatie castriste, accusato di aver stornato milioni di dollari dati dal governo del presidente Cristina per costruire case popolari, usati in losche operazioni finanziarie e per acquistare Ferrari e Porsche. La vicenda ha attirato le critiche del premio Nobel per la pace Adolfo Perez Equivel che ha chiesto al governo di fare controlli seri quando si tratta di milioni di dollari. Ma se la vicenda delle “Madres” ha suscitato scalpore, incredibile il caso dei fratelli Marcella e Felipe Noble Herrera, figli adottivi di Ernestina Herrera de Noble, una dei principali azionisti del potente “Grupo Clarin”, uno dei più forti oppositori del peronismo kirchnerista. Dopo lunghe vicende giudiziarie, dopo le denunce di due famiglie che dicono che i due fratelli sono loro figli sottrattigli durante il regime militare, dopo un’invasione della loro casa per raccogliere materiale genetico, i due fratelli Noble Herrera sono stati costretti dalla Magistratura a fare un prelievo di sangue per l’esame del DNA. L’esito negativo degli esami non ha fermato le “Abuelas de Plaza de Mayo”, l’associazione di nonne che si batte per ritrovare i figli dei “desaparecidos”, che continuano a muovere sospetti sull’adozione. Per dare il clima del paese in campo economico, l’autorevole quotidiano “la Nacion” ha fatto un titolo che è una domanda ma anche un quadro del paese: “Perchè in Argentina il dollaro sale mentre si indebolisce nel resto del mondo?” Il giornale scrive che, mentre gli USA si battono contro il loro default, gli argentini, imprese e privati, comprano dollari in ogni modo, legale o nel mercato parallelo. Certamente l’insicurezza di un paese che non sa nemmeno quale sia realmente il tasso d’inflazione, quello dichiarato dal governo del 8,7% o quello delle agenzie private che dicono per lo meno il doppio. Nonostante tutto questo fino ad un mese fa i sondaggi davano la presidente Cristina tra il 40% e il 50% dei consensi. Questo fino alle votazioni del 10 di Luglio per il comune di Buenos Aires che hanno assegnato un magro 27% al candidato del presidente, per non dire della dura sconfitta subita dal peronismo Domenica 24 nel quarto collegio elettorale del paese, Santa Fe, dove un povero 22% ha sancito anche l’esclusione del peronista dal secondo turno. Sono segnali significativi che potrebbero indicare un cambiamento delle scelte degli argentini. |