Ancora una volta l’Europa è distratta su quanto accade in Venezuela, particolarmente grave per un’Italia che ha tra i 23 milioni di venezuelani 1 milione di oriundi, molti ancora con un passaporto italiano. Chavez, come noto, è riuscito con trucchi elettorali a mantenere la maggioranza nell’Assemblea nazionale nelle elezioni tenutesi il 26 settembre .Grazie alla legge elettorale che assicurava più seggi ai collegi dove è forte lo chavismo , nonostante l’opposizione avesse preso il 52% dei voti ,Chavez ha di nuovo preso la maggioranza, 98 contro 67 deputati, ma non i due terzi per approvare riforme importanti e costituzionali. Chavez non si è spaventato e negli ultimi giorni dell’anno l’uscente assemblea nazionale, quella nuova sarà insediata il 5 gennaio, ha approvato una serie di legge su varie materie .Dalle tele comunicazioni all’università, ai nuovi organismi locali creati da Chavez, Poder Comunal, dalle proibizioni per i partiti e le Ong di avere finanziamenti dall’estero al cambiamento dei regolamenti delle riunioni dell’Assemblea nazionale che potrà fare solo 4 riunioni al mese, alla “ley Habilitante” ossia la facoltà per il presidente venezuelano di poter legiferare per decreto su una vasta gamma di settori per 18 mesi. Nel giorno di Natale contro tutto questo si è alzata la voce dell’arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge Urosa. Con grande chiarezza ha denunciato il pericolo per il paese di veder instaurare una dittatura di stampo marxista comunista. In questo clima di durissimo scontro si è insediata il 5 gennaio la nuova Assemblea Nazionale. L’opposizione ritorna dopo cinque anni di totale assenza, nel 2005 aveva disertato le elezioni a causa dei brogli messi in campo dallo chavismo e dal suo partito, il Psuv, il Partito socialista unitario del Venezuela. L’insediamento ha visto nelle strade cortei chavisti che attaccavano con caricature la combattiva deputata dell’opposizione Maria Corina come “borghese fascista”, l’opposizione manifestava la sua soddisfazione per il ritorno in Parlamento. Certamente l’Assemblea Nazionale non avrà tutto il potere del passato, dato le leggi approvate a dicembre come ad esempio la “ley Habilitante”. La cerimonia dell’insediamento è stata segnata da reciproche invettive tra opposizione e maggioranza, che urlavano rispettivamente “siamo tornati “e “non tornerete “. La Chiesa Cattolica, dopo l’insediamento, è scesa nuovamente in campo con il suo massimo organo, la conferenza episcopale venezuelana. In un documento scritto con grande precisione i prelati venezuelani hanno denunziato “il governo e l’Assemblea nazionale portano avanti una agenda ideologica destinata a instaurare un sistema socialista e totalitario nello stato e contrario alla costituzione della Repubblica venezuelana”. In campo estero, alcuni giorni prima vi erano state le prese di posizione di MIguel Insulza, segretario generale dell’Organizzazione degli stati Americani “OSA”, e di Arturo Valenzuela , sottosegretario di Stato per l’emisfero occidentale degli USA. Per Insulza è preoccupante il caso dei parlamentari venezuelani messi in condizione di non poter legiferare per 18 mesi su materie di vasto interesse. Valenzuela ha ricordato che uno dei requisiti per far parte dell’ OSA è la democrazia .Nei giorni passati era stato altissimo lo scontro tra Usa e Venezuela con reciproca espulsione degli ambasciatori. È in questo clima infuocato nel paese e in campo internazionale, che Chavez si presenta sabato 15 gennaio per la prima volta all’Assemblea nazionale. Pochi giorni prima aveva invitato i suoi parlamentari a “triturare” l’opposizione. Non smentendosi il presidente venezuelano mette in atto un vero e proprio “coup de theatre”. Si presenta conciliante e apre all’opposizione dichiarandosi disposto a por fine alla”ley Habilitante“dal primo di Maggio. A ciò aggiunge un invito all’opposizione a collaborare con il governo, un invito a non perdere la possibilità di seminare insieme al governo per il bene del Venezuela. L’opposizione gli risponde subito per bocca di Maria Corina Machado. Se vuole essere convincente ed è in buona fede abolisca subito la”ley Habilitante. In molti in Venezuela e nelle Americhe si stanno domandando il perché della mossa di Chavez. Alcuni l’attribuiscono alla sua natura di”caudillo narcisista –leninista” sempre amante di azioni e dichiarazioni destinate a stupire e a sorprendere. Altri, molto più realisticamente, ritengono che il presidente venezuelano stia guardando a quello che sta avvenendo negli Usa, vuole allentare la pressione e preparasi. Infatti è opinione diffusa che con i nuovi repubblicani che assumeranno incarichi di responsabilità cambierà l’atteggiamento Usa verso Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua e Cuba, sicuramente meno neutrale di quello di Obama. Alcuni repubblicani chiedono di studiare la possibilità di includere il Venezuela tra gli Stati sostenitori del terrorismo. Le conseguenze sarebbero le sanzioni sulle banche, le agenzie petrolifere e le attività economiche venezuelane. Forse Chavez è consapevole della grave situazione economica del Venezuela e terme nuove difficoltà.
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