Brasile & Sud America
 
 
BRASILE (BRASILIA)  
Prima grana per la ''Presidenta''
di Roberto Lovari – l'Opinione 06/11/2010
Non è ancora chiaro se anche Dilma Rousseff, prima donna presidente del Brasile, imporrà, come ha fatto Cristina Fernandez in Kirchner, la formula ”Presidenta” in contrapposizione a presidente, che, essendo sia in spagnolo che in portoghese un sostantivo neutro, può andar bene sia per un uomo che per una donna. E’ probabile che il bagaglio di origine marxista e di sinistra e l’irrompere delle problematiche politiche della presidenza, metteranno in ombra il problema. Infatti, appena dopo qualche ora di riposo, dopo la faticosa notte della domenica delle elezioni, notte di gioia e di prima dichiarazione da presidente, le è scoppiata la prima grana. Nelle repubbliche presidenziali il periodo che va dalle elezioni alla data dell’insediamento, nel caso della Rousseff il 1 gennaio, vede la nascita di un comitato per la transizione che dovrà sbrigare una montagna di problemi, da quelli politici a quelli pratici, per organizzare le consegne dei poteri tra il vecchio e il nuovo presidente, oltre ad assistere l’entrante nel complicatissimo processo di formazione del nuovo governo. La Dilma diligentemente, nel mattino dello stesso lunedì dopo la storica domenica, si è messa al lavoro creando il suddetto comitato di transizione. Ne fanno parte l’ex ministro delle Finanze, Antonio Palocci, il presidente del PT, Dutra, e il segretario sempre del PT Cardoso. Appena conosciuta la composizione stessa si è scatenato un terremoto sotterraneo mosso dal PMBD. I dirigenti del grande partito di centro hanno ricordato violentemente che i nomi erano tutti ”Petisti” ossia del partito della Dilma e di Lula, e che il vice presidente della Repubblica Michelle Temer, è del PMDB !! . Grande imbarazzo della Rousseff che ha fatto subito dire che quello era solo un inizio, e naturalmente il vice presidente farà parte del comitato di transizione, anzi lo presiederà. La gaffe era riparata anche con un incontro tra il presidente del PT Dutra e lo stesso Temer per cominciare a guardare ai problemi e alla composizione del futuro governo. Paradossalmente non c’è voluto molto tempo per mettere allo scoperto uno dei due problemi che creeranno grandi difficoltà e metteranno alla prova la capacità della Rousseff .Uno, è chiaro, è l’economia, l’altro la sua maggioranza, fortissima sul piano numerico, ben 350 su 513 membri del Parlamento e 51 su 81 senatori, ma è proprio da questi numeri che nascono i problemi. Lula, sia nel primo che nel secondo mandato, non aveva una maggioranza precostituita nel Parlamento. L’aveva creata facendo entrare in maggioranza alcuni partiti, ad esempio il PMDB, con la distribuzione di ministeri e di potenti incarichi nelle varie società ed enti della federazione brasiliana. Si ricordi che fu proprio la necessità di avere deputati pronti a votare le sue leggi in Parlamento ad originare il grande scandalo del ”Mensalao” (il grande mensile), ovvero somme di denaro che il PT forniva ai deputati mensilmente. Lo scandalo decapitò il gruppo dirigente del PT di uomini come Jose Dirceu e Genoimo. Adesso non ci saranno problemi di numeri per il presidente, i problemi saranno quelli di accogliere le richieste di ministeri e di, come viene chiamato da noi, sottogoverno che in Brasile ha grandi dimensioni. Ha cominciato il PMDB che, avendo il vice presidente, ha detto subito che vuole più spazio nel governo e negli incarichi delle società statali. Ma queste elezioni hanno visto nascere una nuova stella nello scenario politico brasiliano, il PSB (partito socialista brasiliano). Il suo presidente, il governatore rieletto del Pernambuco Eduardo Campos, nipote del fondatore del partito Miguel Arraes , ha detto che bisogna guardare ai molti deputati, ai senatori ed ai molti governatori del PSB quando si farà il nuovo governo. È entrato subito nella disputa il PDT (Partito democratico del lavoro). Il vecchio partito di Leonardo Brizola ha fatto subito i conti, se il PMDB con 78 deputati ha sei ministeri, cioè uno ogni 13 deputati, noi che ne abbiamo 28 non possiamo rimanere come adesso con un solo ministero .Nei   prossimi giorni il partito si riunirà per decidere dove orientare la sua scelta. La “presidenta”, dopo una conferenza stampa con Lula, ha detto che si prenderà qualche giorno di riposo. Da quello che si vede già, ne avrà molto bisogno.

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