In questi giorni la Bolivia ha festeggiato i suoi 185 anni di indipendenza. La Bolivia è uno dei paesi più poveri del l'America Latina e contende all'Ecuador il primato della instabilità politica ed istituzionale. Paese con una geografia particolare e con una altrettanto particolare distribuzione della sua popolazione e delle sue ricchezze minerali ed agricole. Ad ovest e al centro un arido altopiano andino che va dai 2500 ai 4ooo metri di altezza con una agricoltura principalmente di sussistenza. All'est una zona piana e in parte con grandi foreste con grandi risorse di idrocarburi, una ricca agricoltura. La popolazione indigena precolombiana da noi chiamati “Indios” (Aymara 30%, 25% Quechua) vive quasi tutta nella parte occidentale e centrale insieme a una buona parte di meticci ,il 30%, nella parte orientale bianchi (15%) e meticci. Per secoli la popolazione indigena è stata dominata da ristrette elites di bianchi e di meticci. Nel 2005 si verificò un cambiamento epocale, un”indio”l’Aymara Evo Morales vince le elezioni con il 52% dei voti e nel 2006 comincia ad attuare un programma di radicali cambiamenti. Il nuovo presidente è il leader di un socialismo indigeno con forti elementi della sinistra comunista e troskista di cui è rappresentante il suo vice, il bianco,Alvaro Garcia Linares .Morales è stato per anni sindacalista dei ”cocaleiros”, ovvero coltivatori di foglie di coca che viene da secoli masticata dai boliviani come energetico. Il problema è che gli ettari coltivati a foglie di coca sono molti di più di quelli necessari al consumo locale, con gli altri ettari la Bolivia inonda gli altri paesi di”cloridato di cocaina” detta comunemente cocaina con le naturali proteste di molti paesi in primo luogo degli Usa. Subito dopo la sua entrata in carica Morales apre un duro scontro per attuare il suo programma, una forte dose di nazionalizzazioni da cui non scappa né l'amico Brasile né la lontana Italia nel settore delle telecomunicazioni .A tutto ciò si aggiunga un'azione di governo per trasferire risorse dalla parte ricca del paese quello orientale alla parte povera occidentale e centrale del paese, abitata però dai suoi fedeli “indios”. Dal 2006 le crisi e le votazioni si succedono senza tregua, Morales vince quelle per la costituente dove però non ha i due terzi e si trova di fronte alle quattro regioni orientali quelle ricche e bianche che votano per l'autonomia. Dopo molti contrasti viene approvata la nuova costituzione in una caserma senza la presenza dell'opposizione. Nel 2008 l'opposizione viene sconfitta nel referendum di revoca di Morales , che vince alla fine dell'anno anche quello per la conferma della nuova costituzione. La Bolivia cessa di essere una repubblica per diventare un stato “multinazionale “, dove i”36 popoli originari” ovvero le popolazioni precolombiane ottengono il controllo dei loro territori, il loro sistema giuridico accanto a quello comune, una rappresentanza alla Camera dei Deputati non legata al concetto una persona un voto ma tale da dare grandi forze a Morales. Accanto a questi cambiamenti costituzionali, che provocano dure resistenze , Morales scatena i magistrati che ha nominato contro vari leaders dell'opposizione. All'estero, in Perù, negli USA e in Brasile si formano piccole comunità di esuli politici boliviani. A dicembre del 2009 Morales è rieletto con il 60% dei voti. Ad aprile del 2010 Morales indice le elezioni regionali per sconfiggere in maniera definitiva l'opposizione delle regioni orientali, ma viene fermato, ottiene un successo relativo, le tre ricche province di Tarija, Beni e Santa Cruz rimangono saldamente in mano all'opposizione. Ed è proprio a Santa Cruz che Morales celebra il 6 agosto la festa dell'indipendenza, in una piazza diversa da quello da quella del governatore della città che si rifiuta di alzare la Whipala, la nuova bandiera multicolori degli”indios” divenuta la bandiera della Bolivia. In questi giorni è in atto uno sciopero generale nella città di Potosi. Una serie di rivendicazioni generali hanno unito i fedeli di Morales e l'opposizione contro il governo centrale. Nel mese di luglio a La Paz era stato firmato un accordo per finanziare da parte della Farnesina un programma di sostegno per 3 milioni e mezzo di dollari al sistema socio sanitario della città di Potosi . C’è da domandarsi se qualcuno ha detto al nostro ministro Frattini che il nuovo motto dell'esercito boliviano è quel”Patria o morte, vinceremo”che è diventato famoso nel mondo con la rivoluzione castrista. |