Il giornale brasiliano “O Estado de S.Paulo” è uno dei più accreditati del Brasile. Il primo di settembre ha pubblicato un articolo sul caso Battisti. Facendo riferimento all’ultima visita di fine giugno di Silvio Berlusconi in Brasile la giornalista Dora Kramer, nota commentarista, attribuisce al nostro premier alcune scelte in merito al caso Battisti. Ufficialmente il caso Battisti non sarebbe rientrato nei colloqui tra Berlusconi e Lula, il giornale però afferma che Berlusconi avrebbe dato il segnale verde alla non riconsegna del terrorista all’Italia. Berlusconi avrebbe detto che non avrebbe fatto pressioni in periodo elettorale né fatto polemiche dopo, ma ha posto una condizione: nella motivazione del rifiuto della consegna di Battisti non dovrebbe apparire una delle condizioni che consentono di non applicare il trattato di estradizione, il pericolo di persecuzione una volta in Italia.
La giornalista brasiliana, ricordando che l’altra clausola è la malattia e Battisti gode di ottima salute, si domanda come farà Lula ad uscire dal cul de sac in cui lo ha messo il Supremo Tribunale Federale il 17 aprile di quest’anno. Infatti il STF ha deciso che Battisti deve essere rimandato in Italia, affidandone l’esecuzione al presidente Lula, secondo il trattato di estradizione esistente tra i due paesi. Lula in campagna elettorale ha messo il caso nelle mani dell’avvocato generale dell’Unione Luiz Inacio Adams. La Kramer ricorda come la decisione del STF comportava un termine di quattro mesi per l’Italia per chiedere l’esecuzione della sentenza, ma ufficialmente non si è saputo più nulla. L’articolo continua dicendo che non sarà facile far rimanere Battisti in Brasile per il fatto che il STF è presieduto quest’anno da uno dei più accaniti sostenitori dell’estradizione del terrorista, il giudice Cezar Peluso. Secondo la Kramer il procuratore Adams sta studiando come disattendere la decisione del STF senza creare una crisi tra i due poteri, quello presidenziale e quello del STF. Quando vengono scritte queste righe, 15 di settembre, l’articolo del giornale brasiliano non ha ricevuto nessuna smentita dall’ambasciata italiana a Brasilia né dalla Presidenza del Consiglio italiana o dal Ministero degli Esteri del nostro paese. Si potrebbe pensare che se il nostro Frattini non si muove quando c’è una guerra, rimase alle Maldive durante l’invasione della Georgia da parte della Russia, figuriamoci per un articolo di giornale, pur autorevole e pur coinvolgente il suo leader carismatico Berlusconi.
Ma, se da una parte Frattini tace sulla resa di Berlusconi su Battisti, non rinuncia a farsi bello in un convegno sulla presentazione di un libro su Battisti annunciando: “chiederemo alle autorità brasiliane che prima della fine del suo mandato Lula applichi il trattato in vigore con l’Italia per l’estradizione di Battisti”. La dichiarazione è stata fatta sabato 13 settembre in un convegno del PDL a Roma.
Difficile mettere insieme l’articolo del giornale brasiliano, non smentito e quindi credibile, e le dichiarazioni del sempre impettito ministro degli Esteri Franco Frattini. Il 31 di dicembre Lula terminerà il suo mandato, il 1 di gennaio entrerà in carica il nuovo presidente, l’ex guerrigliera Dilma Roussef. Una ex guerrigliera non mangerà un ex guerrigliero.