Brasile & Sud America
 
 
COLOMBIA (SANTA FÈ DE BOGOTÀ)  
Colombia, le FARC al governo: pronti alla soluzione politica
di Roberto Lovari – Secolo d’Italia 05/08/2010
Senza dubbio alcuno le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) sono diventate protagoniste nello scenario politico dell'America. Da appena una settimana erano state la scusa della rottura delle relazioni diplomatiche tra Colombia e Venezuela ed eccole di nuovo alla ribalta con un video trasmesso dalla televisione araba Al-Jazira. In un'intervista di 36 minuti il capo del più antico gruppo guerrigliero delle Americhe, Alfonso Cano, ovvero Guillerme Saenz, propone al nuovo presidente della Colombia che si insedierà il 7 agosto di aprire "un dialogo e la ricerca di una soluzione pacifica per il conflitto interno colombiano". Cano, detto il sociologo per aver frequentato una facoltà di sociologia prima di entrare nella guerriglia, era diventato capo delle FARC nel 2008 dopo la morte di Marulanda detto "TIrofjco" cioè tiro preciso per la sua abilità nello sparare. Non aveva mai dato interviste e su di lui l'esercito colombiano aveva scatenato una sanguinosa caccia negli ultimi mesi che aveva portato alla morte di molte sue guardie del corpo. Cano, gli osservatori lo hanno trovato molto invecchiato, circondato da uomini armati nella foresta, attacca duramente Uribe dicendo che mente al popolo colombiano quando dice che le Farc sono ormai alla fine. ”Sì, abbiamo ricevuto duri colpi, ma siamo ancora in grado di combattere con forza e successo, si pensi che nel solo mese di maggio abbiamo inflitto all'esercito e alla polizia colombiana ben 300 perdite e 800 feriti". Dopo le rituali accuse di corruzione a Uribe e al suo successore Santos, Cano pone le sue cinque condizioni per trattare. La prima è il problema dell'accordo con gli USA per l'uso delle basi militar, vi è poi la riforma agraria fino al cambiamento del modello economico che mette fine al nefasto "neoliberalismo”. Il primo commento è stato quello di un esperto, Carlos Eduardo Jaramillo, ex consigliere per la pace durante la presidenza di Cesar Gaviria. Con una dichiarazione alla BBC Jaramillo ha detto: ” le Farc quando c'è un nuovo presidente chiedono sempre trattative di pace, è una opportunità che non perdono. Propongono all'inizio cinque punti poi quando si discute realmente diventano 50 “. Indignata invece la risposta del presidente uscente Uribe: "non capisco come le FARC possano parlare di pace e nello stesso momento tendere imboscate per uccidere come è avvenuto nel comune di Solita, nella provincia del Caquetà". In una imboscata infatti sono caduti sei poliziotti proprio il giorno seguente all'intervista di Cano ad AL-JAzira. Il presidente Santos, che entrerà in carica il 7 agosto in mezzo ad eccezionali misure di sicurezza, nel 2002 quando prendeva possesso Uribe i guerriglieri comunisti lanciarono razzi sul palazzo presidenziale e sul Parlamento, non ha dichiarato nulla lasciando parlare il suo vice Angelino Garzon, ex leader sindacale, ex ministro del lavoro, è stato a lungo membro di un comitato che si batte per una soluzione negoziata del conflitto interno. Il vice presidente con chiarezza ha detto che "il governo di Juan Manuel Santos non ha chiuso la porta alla pace però esigiamo dalla guerriglia la liberazione dei sequestrati e la cessazione delle azioni di terrorismo. Se ci saranno questi comportamenti sono sicuro che Santos sarà generoso per costruire accordi di pace, di perdono e di riconciliazione". Alcuni commentatori, di fronte all'intervista di Cano, hanno ricordato che proprio una settimana fa Chavez, accusato da Uribe di dare ospitalità a ben 1500 guerriglieri, aveva rivolto uno storico appello alle FARC: "cessate la guerra, la vostra azione è presa come pretesto dall'IMPERO (leggere USA ) per tramare contro il Venezuela “. Mentre Chavez lanciava il suo appello alle FARC, a Quito, capitale dell’Ecuador, presidente pro tempore dell’UNASUR, i sudamericani assistevano al fallimento della loro mediazione tra Venezuela e Colombia. Infatti dopo la riunione della Organizzazione degli Stati Americani (OSA) , dove era scoppiato il duro confronto tra Venezuela e Colombia sulla presenza delle FARC e dell’ELN in territorio venezuelano, Lula e il Brasile avevano fatto convocare una riunione dell’Unione delle Nazioni del Sud America (UNASUR), organizzazione in cui non ci sono né gli USA né il Canada. Dopo cinque ore di riunione tesissime il ministro degli esteri dell'Ecuador era costretto ad annunziare il fallimento di qualunque tipo di accordo tra i due paesi in lite. Così tra i 12 paesi facenti parte della UNASUR la Bolivia e il Cile non saranno i soli ad essere paesi confinanti senza relazioni diplomatiche, sono rotte dalla 1862 per una guerra del secolo XIX.

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