Quando a fine marzo la coppia presidenziale argentina, l’ex presidente Nestor Kirchner e il suo successore, Cristina Fernandez coniugata Kirchner, dopo un duro scontro nei due rami del Parlamento, erano riusciti ad anticipare le elezioni per la metà dei membri della Camera Bassa e un terzo del Senato, previste per l’ottobre, al 28 di giugno, pensarono di aver ottenuto una grande vittoria. Anticipare avrebbe consentito di evitare elezioni nel pieno della annunciata crisi mondiale che si prevede particolarmente dura per l’Argentina.
Le cose sembrano invece andare in direzione opposta. La scomparsa dell’ex Presidente della transizione democratica, Raul Alfonsin, del 31 di marzo e l’oceanica partecipazione degli argentini ai suoi funerali, è stata capitalizzata da una opposizione, tradizionalmente divisa, per realizzare un inedito fronte anti Kirchner.
Infatti a fine aprile nella città di Mar Del Plata, si sono ritrovati per unirsi lo storico partito dell’unione Civica Radicale, l’ex candidata alle presidenziali, la liberal cristiana Elisa Carrio e Ruben Giustiniani per il Partito Socialista.
Ma altri fatti inediti si stanno verificando in questi giorni nel paese. L’Argentina conosciuta un tempo come il “granaio” del mondo, cesserà di esportare grano e carne nel prossimo anno, e addirittura potrebbe aver bisogno di importarne per rifornire il mercato interno.
Questo avvenimento storico sarebbe il risultato secondo le Associazioni degli agricoltori della politica del governo. Il governo della “Presidenta”, come gli argentini chiamano Cristina Fernandez In Kirchner ha introdotto dei prezzi fissi di questi prodotti per il mercato interno, tasse alte sulle esportazioni. Se a ciò si aggiunge la peggiore siccità negli ultimi 70 anni, si spiega tutto e la diminuzione delle esportazioni del 45%. Ormai nessuno crede più ai dati sull’inflazione fornita dal governo, il 10%, gli argentini nel loro portafoglio e gli analisti economici indipendenti vedono il 30%. Se gli argentini sentono in pericolo il loro cibo preferito, 70 chili di carne sono il consumo pro capite del paese, anche l’orgoglio, fortissimo, nazionale ha subito un colpo non piccolo. Dopo il default del 2001, nessuno presta soldi all’Argentina, salvo il venezuelano Chavez, in crisi anche lui in questi tempi.
Ecco allora la Kirchner accettare un’offerta di un prestito di un miliardo e mezzo di dollari dal Brasile. Paese che per molti argentini è terra di poveri, negri e mulatti, ben diversa da una super bianca e benestante Argentina. La “Presidenta” ha tentato per recuperare popolarità di suonare la vecchia corda della sovranità sulle isole Malvinas o Falklands.
Nel mese di marzo alla riunione dei leaders progressisti in Cile è andata all’assalto del leader inglese Gordon Brown. Un secco no inglese si è andato ad aggiungersi alle altre liti che l’Argentina ha, sull’antartide con il Cile o a quella recente con il Paraguay per l’impianto idroelettrico di Yacereta’, per non ricordare quella durissima con l’Uruguay per la cartiera.
Dato uno sguardo ai sondaggi che davano il 75% degli argentini non intenzionati a votare per i peronisti del PJ, NESTOR è passato alla controffensiva. Ha deciso un fatto inedito per l’Argentina, la sua candidatura ovvero quella di un ex presidente alla Camera Bassa, guidando le liste nella provincia di Buenos AireS, collegio elettorale che rappresenta il 38% degli abitanti del paese. Non solo ma ha anche candidato l Presidente della omonima provincia Daniel Scioli, insieme a tanti amministratori locali, tutti ineleggibili ma buoni per portare voti. Il tutto accompagnato da dichiarazioni «o noi o i caos del disastro del 2001».
Pronta e dura la risposta dell’opposizione: i «falsos candidados» sono il segno della paura e della debolezza della coppa presidenziale. I sondaggi continuano a darli perdenti ed ecco allora la trasformazione da parte di Nestor Kirchner delle classiche elezioni di mezzo delle repubbliche presidenziali in un referendum pro o contro la “Presidenta”.
Divisi i commentatori sui comportamenti dei Kirchner in caso di sconfitta; chi li giudica incapaci di rinunciare al potere assoluto ne prevede le dimissioni. Altri sperano che ciò non accada, i vuoti di potere nel passato sono stati spesso riempiti dai militari con tragiche conseguenze.
Scarsi i risultati della visita dell’unico vero alleato in America Latina, il venezuelano Chavez. La firma del solito accordo commerciale, cocktails e conferenze stampa non hanno aiutato in alcun modo la popolarità dei Kirchner.
Gli organi di stampa richiamano l’attenzione degli argentini sulle enormi spese in pubblicità del Presidente della Provincia di Buenos Aires, Daniel Scioli. Gli risponde con pari aumenti di spesa il sindaco dell’omonima città, dell’opposizione, l’imprenditore italo argentino Maurizio Macri, che molti vedono candidato alle presidenziali nel 2011. |