Lula aveva portato il Brasile ad essere un interlocutore mondiale indispensabile nel 2008. Il G20 aveva visto il Brasile stendere insieme alla Gran Bretagna il documento finale del vertice di Londra sull’economia mondiale. A Trinidad nel 2009 durante il quinto incontro dei paesi delle Tre Americhe, Lula aveva raccolto gli affettuosi apprezzamenti del debuttante Barak Obama.
La scelta di LULA del Ministro della Casa Civile, Dilma Roussiff, come suo successore nel 2010, era stata resa pubblica da lui stesso nella sua visita in Italia alla fine del 2008. Lentamente il PT e gli alleati si andavano convincendo della bontà della decisione. Lula in una intervista a metà aprile al giornale argentino “La Nacion” dice che “sarebbe stato un “privilegio”, ossia un fatto positivo per il Brasile un confronto elettorale per le presidenziali tra Dilma Roussiff e il governatore dello Stato di S. Paolo, Josè Serra”.
Qualche giorno dopo il giornale “Le Monde” scrive che l’elezione della Roussiff sarebbe un avvenimento positivo e lusinghiero per il Brasile per due ragioni. Una donna presidente per la prima volta del paese, otto anni dopo aver eletto un operaio. Ma Lula sa bene che i brasiliani non si aspettano solo belle parole ma fatti economici concreti. Ecco allora il programma sociale “bolsa familia” ossia un contributo alle famiglie povere di circa 100 reais (35 Euro) estendersi ad un brasiliano su tre nel 2010, anno elettorale. In sei Stati del povero Nordest più della metà della popolazione vive del contributo sociale, con casi limite di povertà come la cittadina Junco nel Maranhão che arriva al 95,7%. Ma proprio quando tutto sembrava andare nella direzione voluta dal Presidente brasiliano, la TV Globo trasmette in diretta la conferenza stampa della sua candidata. Con grande serenità e coraggio Dilma Roussiff dice di essere affetta da un linfoma nei gangli linfatici che le è stato già tolto e che dovrà sottoporsi per 4 mesi alle cure della chemioterapia. Si sente bene e non cambierà il suo programma di lavoro di governo.
La Roussiff non ha mai ammesso di essere candidata e che non ne avrebbe parlato nemmeno “sotto tortura”. La notizia ha generato un generale e vasto sbigottimento tra le forze politiche, sia di governo che di opposizione. Tutti hanno fatto gli auguri al Ministro dicendosi convinti che la Roussiff vincerà anche la dura prova della malattia. Dopo i naturali e logici auguri di successo, si sono aperte una marea di riflessioni, alcune apertamente, altre a mezza bocca tra i politici e i commentatori. Importantissima quella del più grande partito brasiliano e grande alleato di Lula, il PMDB. Il suo Presidente Michel Temer dice con franchezza “Aspettiamo le cure, se saranno positive, come si spera, non ci saranno problemi. Se il problema fosse più grave, come speriamo che non sia, si potrebbe modificare il quadro politico.
Sembra certo che in caso di rinuncia della Roussiff, il PMDB chiederà non più la vice-presidenza, ma la stessa presidenza. Per il Presidente dei deputati del P.T, Candido Vaccarezza, non cambia nulla il fatto che la Roussiff si dovrà sottoporre a cure. Queste le dichiarazioni ma la prestigiosa rivista di sinistra, Istoé, scrive con franchezza che in poche aree della vita la malattia pesa tanto come in politica. Certamente una volta vinto il male, la Roussiff ne uscirà più forte, la umanizzerà agli occhi dei brasiliani, togliendole quella fama di dura che la rende antipatica a non pochi. Certamente la sua salute entrerà nella valutazione che faranno di lei gli elettori, ci vogliono due anni per essere fuori totalmente dalla malattia. Sicuramente gli elettori apprezzeranno il suo coraggio. I politici brasiliani non amano far sapere che hanno problemi di salute durante la campagna elettorale. Viene ricordato il caso più famoso, quello di Tancredo Neves. Diventa presidente per elezione del Parlamento nel 1985, ma muore prima di entrare in carica, aveva tenuto nascosto la sua grave malattia. Al di là delle naturali apprensioni umane, Lula ha un grande problema, non ha un sostituto pronto.
Il gruppo dirigente del PT è stato decimato dai vari scandali, che hanno colpito il PT negli anni passati. Certamente forte sarebbe l’ex Ministro dell’Economia, Antonio Palocci, se riuscisse a liberarsi di alcune accuse che pesano ancora su di lui. Certamente validi sono anche il Ministro dello Sviluppo Sociale, Patrus Ananias, o il Ministro della Giustizia, il ben conosciuto in Italia per la vicenda Cesare Battisti, Tarso Genro, o il Governatore dello Stato di Bahia, Jacques Wagner. Sono tutti validi ma occorre costruirne nazionalmente la candidatura e il tempo non c’è.
Lula, tutto il PT, tifano per la Roussiff non solo umanamente ma anche, perché nasconderlo, per forti ragioni politiche. |