Un libro di un giornalista brasiliano, Ricardo Lessa, pubblicato di recente dal titolo: “Brasile e Stati Uniti, ciò che li rese differenti”, ha riproposto una delle caratteristiche più significative della formazione del Brasile, il suo tipo di popolamento. I Portoghesi, ma anche gli Spagnoli, prima conquistarono il territorio, poi lo popolarono. Così il Brasile vide nascere lungo le coste le prime realtà coloniali fatte di città come Rio de Janeiro o Salvador, con un immenso retroterra popolato da rade popolazioni di Indios e totalmente sconosciuto. Ci vollero secoli e secoli per far sì che “l’interno” fosse conquistato e colonizzato, sempre sotto la spinta della ricerca di minerali preziosi o di indios da rendere schiavi per le grandi “fazende” della costa dedite alla lucrosa attività della coltivazione della canna da zucchero.
Le nuove aree, nonostante lo sviluppo dell’allevamento, indispensabile in alcuni periodi storici per fornire cibo a quelli che lavoravano nelle miniere di preziosi di Minas Gerais, rimasero sempre aree lontane e semi spopolate. Il Brasile era lungo le coste o a qualche decina di chilometri dal mare, come San Paolo. Ecco perché il problema di dare risposta alla dicotomia tra coste popolatissime e interno semi disabitato è antico. Già nel secolo XVIII il grande marchese de Plombal pensava di trasferire la capitale della colonia da Rio de Janeiro ad un punto dell’immenso “interior”, come i brasiliani chiamano tutto ciò che dista qualche chilometro dal mare, con l’intento di sviluppare queste aree che, è bene ricordare, significano milioni di chilometri quadrati, più della metà dell’Europa.
Il problema rimase vivo nella storia del paese, dopo molte discussioni nel 1891 l’idea del cambiamento della capitale fu inserita nella costituzione repubblicana. L’anno successivo fu deciso il luogo dove avrebbe avuto sede il nuovo “Distrito Federal”, ovvero la nuova capitale, in una zona dell’altopiano del Brasile, nel lontano stato del Goias. Ma ci volle l’arrivo al potere di Juscelino Kubitschek e della sua “lucida follia” perché l’idea prendesse corpo.
Eletto nel 1956, J.K., come amano chiamarlo i brasiliani, già nel ’57 aveva iniziato il lavori che avrebbero dovuto concludersi entro la fine del suo mandato, nel 1960. In meno di quattro anni si sarebbe dovuta progettare, finanziare e costruire una città a fronte di ostacoli apparentemente insuperabili.
Il cantiere distava 125 km dalla linea ferroviaria più vicina, 190 km dall’aeroporto, oltre 600 km dalla strada asfaltata. Il clima della zona, il Planalto, è caratterizzato da forti variazioni, nella stagione secca l’umidità è inferiore a quella del Sahara e provoca seri problemi alle vie respiratorie. Ma la ferrea volontà di Juscelino Kubitschek e la genialità di due architetti, Lucio Costa e Oscar Niemeyer, hanno dato vita ad una realtà che non ha paragoni nel secolo XX.
Brasilia nacque dunque sulla base di un progetto rigorosamente predisposto in rapporto alle funzioni attribuite alla capitale (area delle banche, dei ministeri, residenziale etc.). Il centro politico ed amministrativo è stato disegnato dagli architetti brasiliani Lucio Costa che ne tracciò il piano e Oscar Niemeyer che realizzò la maggior parte degli edifici pubblici.
Brasilia è costruita lungo un arco di cerchio tagliato da un asse trasversale dove sorgono gli edifici monumentali; è fiancheggiata da un lago artificiale sul quale prospettano lussuosi edifici residenziali. Il centro è percorso da strade che non si incrociano mai: la capitale del Brasile è una delle più spettacolari realizzazioni architettoniche ed urbanistiche contemporanee ed è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Non senza fatica e lentamente gli obiettivi alla base del trasferimento della capitale all’interno sono stati raggiunti. Non solo Brasilia è la sede della vita politica ed amministrativa del paese, ma la regione dove si trova, il Centro Ovest, si è sviluppata economicamente e da area spopolata è passata ad ospitare ben l’8% della popolazione del Brasile.
La scommessa di J K (Giota Ka, come dicono i brasiliani) è vinta, il Brasile non è solo le sue coste, ma anche l’interior. Un grande memoriale pieno delle sue memorie è l’omaggio che gli abitanti di Brasilia hanno reso al loro grande Presidente Kubitschetz. |