Gli avvenimenti degli ultimi giorni in America Latina risveglieranno in molti ex comunisti ricordi di nostalgia e in altri paure che il passare degli anni aveva fatto dimenticare.
La nuova alleanza tra la Russia e il Venezuela riporta molti ai tempi della guerra fredda. Il Patto di Varsavia, firmato nell’omonima città nel 1955 tra l’URSS e gli altri paesi comunisti, era un’alleanza politico-militare. Per decenni rappresentò un pericolo e un incubo per le democrazie occidentali. In questi giorni si è ricordata l’invasione della Cecoslovacchia del ’68, furono proprio le truppe del Patto di Varsavia a mettere fine alla primavera di Dubcek. Nel ’91, dopo la crisi del comunismo e dell’URSS, il Patto venne sciolto, ma questo patto sembra ora rinascere con un altro nome e con nuovi protagonisti, oltre alla sempre presente Russia.
Poca attenzione ha avuto in Europa la nascita e il ruolo dell’ALBA (Alternativa Bolivariana dei popoli della nostra America). Nata il 14 dicembre del 2004 come una stretta alleanza politica ed economica tra la Cuba di Fidel Castro e il Venezuela di Chavez, l’ALBA ha allargato con gli anni il numero degli aderenti. Nel 2006, dopo pochi mesi dal suo insediamento, ecco Morales firmare il 4 aprile l’adesione del suo paese. Viene successivamente l’ingresso del Nicaragua , dopo il ritorno al potere del vecchio Daniel Ortega, poi è la volta dell’isola di Domenica che limita la sua adesione alla parte economica. In questi anni una serie di vertici tra questi stati ha stretto una serie di accordi in tutti i campi, nessuno escluso.
È bene ricordare che Chavez ha detto che sarà disponibile a fornire ogni tipo di aiuto, compreso quello militare, a Morales in caso di golpe contro di lui.
Fino ad agosto l’ALBA si è limitata a stringere rapporti di ogni tipo non solo con la Russia, ma anche con stati come Bielorussia, Cina e Iran. Sono stati frequenti gli incontri tra esponenti venezuelani ed iraniani, ufficialmente in campo economico, anche se non mancano mai dichiarazioni contro l’”impero”, ovvero gli USA. Fonti dei servizi segreti USA denunciano la presenza di esperti iraniani in Venezuela nelle miniere di uranio, materiale indispensabile per l’energia nucleare. Il nuovo Patto di Varsavia in versione tropicale è rimasto nell’ombra fino alla guerra tra la Russia e la Georgia. Ancora a luglio, nella sua ennesima visita a Mosca, Chavez aveva smentito i media russi (izvestia, interfax) che avevano ventilato l’ipotesi di basi russe a Cuba e in Venezuela, chiara ma abile intimidazione agli USA per le basi antimissile in Polonia e inCecoslovacchia. Ma la guerra nel Caucaso ha tolto i veli all’alleanza militare e politica tra la Russia e l’ALBA. Nel suo ultimo viaggio Chavez ha definito la Russia un alleato strategico per costruire un mondo multipolare, espressione usata per dire anti USA.
La Russia ha ricambiato subito concedendo un altro miliardo di dollari di crediti per acquisto di armi. Negli ultimi tre anni la Russia ha venduto armi, caccia bombardieri Sukhoi, 50 elicotteri e 100 mila fucili Kalashnicov, per una spesa di 5 miliardi di dollari, senza dimenticare le altre armi acquistate da Bielorussia, Cina e Spagna per altri due miliardi di dollari circa.
Mentre Chavez era ancora a Mosca una flotta russa è partita per i Caraibi, dove svolgerà a novembre manovre militari insieme ai venezuelani. A riscaldare ancor di più il clima sono state le dichiarazioni del presidente venezuelano alla trasmissione radio “alò Presidente” di domenica 28 u.s.. La Russia si è detta disponibile ad aiutare il Venezuela a costruire un’industria nucleare. Da buon amico Morales ha iniziato in questi giorni una serie di incontri con la Russia su vari campi. Alcuni commentatori parlano di una “seconda guerra fredda” nelle Americhe, riflesso delle tensioni tra USA e Europa con la Russia.
Il Nicaragua di Ortega ha concesso un’alta onorificenza alla vedova del vecchio capo comunista Erich Honecker per gli aiuti dati dalla Germania comunista ai sandinisti del tempo. |