In questi giorni se un italiano leggesse i giornali brasiliani si sentirebbe a casa. Sul finire di agosto la rivista più diffusa del Brasile, Veja, ha pubblicato il testo integrale di una telefonata tra il presidente del “Supremo Tribunal Federal (STF)”, diciamo la nostra Corte Costituzionale, Gilmal Mendes e un senatore dell’opposizione.
Immediata la reazione durissima dell’organo costituzionale, riunione di emergenza e richiesta di chiarimenti e di intervento a Lula. I sospetti si sono subito diretti verso l’ABIN (Agenzia Brasiliana d’Informazione), in pratica i servizi segreti brasiliani, alle dipendenze dirette della Presidenza della Repubblica, ovvero Lula.
Da tempo correvano voci di un “grampo”, cioè di intercettazioni telefoniche da parte dell’ABIN, che per legge non può farle. L’ABIN è l’erede del “SNI”, i servizi segreti di triste memoria del tempo del governo dei militari (1964 – 1985). È di questi giorni la polemica tra chi chiede che l’amnistia per i militari non valga per coloro che torturavano durante il regime militare.
Lula, dopo un turbinio di riunioni e di incontri, con una decisione senza precedenti, ha sospeso dai loro incarichi tutte le massime cariche dei servizi segreti.
È difficile dire quando ci saranno le conclusioni delle varie inchieste: del parlamento, della polizia federale, della magistratura. Lula vuole chiudere rapidamente la vicenda perché ci sono in campo due avvenimenti estremamente significativi, l’inizio dell’estrazione del petrolio dal “pre-sal” e le elezioni comunali in corso.
Negli ultimi mesi il Brasile ha scoperto enormi quantità di petrolio nelle sue acque territoriali, certamente a grandi profondità, dai 2000 ai 7000 metri, sotto un profondo strato di sale, da qui il nome di “petrolio del pre-sal”. Non domani, ma tra 4 o 5 anni il Brasile diventerà una potenza petrolifera. Se a questo si aggiunge che sono di questi giorni due dati importanti: il Brasile ha superato tutti i paesi del mondo, compresi Cina e India, per volume di investimenti stranieri e il calo dell’inflazione, si comprende l’irritazione di Lula per la vicenda ABIN che lo distrae dagli impegni politici del momento, le elezioni comunali: l’elezione dei sindaci e dei consigli comunali che giocheranno un grande ruolo nelle presidenziali del 2010, quando Lula tenterà di “fare il successore”.
Occorre subito dire che, nonostante la montagna di incarichi federali con cui ha tenuto insieme la vasta maggioranza parlamentare che sostiene l’azione del suo governo, a livello locale la maggioranza non ha tenuto. Consolazione non piccola è che anche i partiti che compongono l’opposizione si sono presentati nei vari comuni in ordine sparso, ma spesso anche in netto contrasto. È il caso del più grande comune del paese, San Paolo. Il sindaco uscente dei democratici (ex PFL), per anni alleato del PSDB, si è presentato in contrasto con il PSDB Alckmin, antagonista di Lula nel 2006 e sostenitore di Serra, candidato dello stesso partito nel 2010.
Nel più grande collegio del Nordeste, quello di Salvador di Bahia, tutti contro tutti. Il grande sostenitore di Lula, il centrista PMDB, si è visto abbandonato dal PT che ha presentato un suo candidato. Il PSDB e i Democratici (ex PFL) hanno presentato due candidati diversi, che non solo non si risparmiano colpi, ma forse saranno quelli che arriveranno al ballottaggio .
Gli interessi locali hanno preso il sopravvento su tutto: occorre aspettare ottobre.