Dopo la fine dello zapaterismo e del suo leader modello Zorro con la sua mascherina e la pipa, tutti sanno che è in realtà il Subcomandante Marcos, fine sancita in forma netta dagli ambienti di sinistra del Messico e dal prestigioso giornale La Jornada, le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC) restano insieme all’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), sempre colombiane, gli unici gruppi di ispirazione marxista o di estrema sinistra in armi in America Latina.
Gli eserciti regolari, gruppi armati di destra, le varie organizzazioni armate di sinistra, dai Montoneros – ERP dell’Argentina ai Tupamaros uruguaiani, dal Sendero Luminoso in Perù, al cileno MIR, hanno scritto pagine di brutalità e piene di sangue. Adesso tutto questo è storia da rivisitare quotidianamente per capire meglio le ragioni e gli errori di tutti.
Questo non è possibile in Colombia, perché questo paese vive tuttora una situazione che vede quaranta anni di guerriglia, di morte, di violenze di ogni tipo, con centinaia di migliaia di morti e tre o quattro milioni di sfollati per sfuggire alla morte.
Dopo il lento e complesso abbandono della lotta armata delle AUC, gruppi di estrema destra dediti al traffico di cocaina e ai sequestri, sono rimaste in armi le FARC e l’ELN (esercito di liberazione nazionale), le prime sono emanazione del partito comunista colombiano che decise la lotta armata nel lontano 1964, il secondo gruppo, nato successivamente, si ispira al Che e a Cuba.
Le due organizzazioni sono definite sia dall’ONU che dalla UE come “terroriste”. L’azione energica e decisa del Presidente Alvaro Uribe, fin dalla sua prima elezione nel 2002, ha riportata la sovranità dello stato su quasi tutto il paese, costringendo le forze delle FARC e dell’ELN a nascondersi e a stare in continuo movimento nelle foreste delle zone più isolate della Colombia.
Chavez e il suo tentativo di porsi come mediatore per uno scambio umanitario tra terroristi in mano al governo e i sequestrati delle FARC, tra i quali ha grande notorietà la Betancourt, ex candidata alla presidenza della repubblica con passaporto francese, hanno riportato all’attenzione mondiale la Colombia, le FARC e il problema dei sequestrati.
Chavez, dopo un primo clamoroso fallimento, ha ottenuto la liberazione della deputata Consuelo Gonzalez e di Clara Rojas, ex candidata alla vice presidenza con la Betancourt e madre di Emanuel, nato in prigionia nella foresta in condizioni terribili. Ma mentre le due donne riempivano i mezzi di informazione sulle condizioni bestiali in cui sono tenuti i sequestrati dai terroristi delle FARC, ecco Chavez chiedere che le FARC non siano più definite “terroriste”, ma come insorti con un progetto politico che è vicino al suo socialismo bolivariano.
Non solo in Colombia, ma anche in altri paesi vi sono state reazioni forti e decise contro la proposta di Chavez. A Bogotà una manifestazione di fronte all’ambasciata del Venezuela ha esposto cartelli con scritte:”FARC = terrorismo”. Il sempre prudente Lula ha detto che il sequestro di persone è ignobile. Generale è stato il richiamo al dato che, dopo il crollo dei cartelli di Calì e di Medellin, le FARC sono i più grandi produttori ed esportatori di cocaina del mondo, con guadagni enormi spesi per alimentare la lotta armata.
Ma il dato che ha trovato più spazio, è quello che le FARC sono dei terroristi perché praticano il sequestro di persona per ragioni economiche e politiche. Il sequestro di persona per riceverne dai parenti un riscatto economico è praticato ampiamente dalla criminalità comune e pure dai gruppi di estrema destra, ma quello praticato dalla FARC ha caratteristiche particolarmente brutali, a darcene notizia è una figura particolare, Herbin Hoyos Medina, direttore di una radio unica al mondo, una radio che trasmette messaggi dei familiari a sequestrati per dar loro notizie e coraggio. La radio “voces do sequestro” ha trasmesso 320 mila messaggi di 15 mila familiari. I sequestrati non sono 700, ma 4500, questo perché le FARC minacciano le famiglie perchè non denuncino il fatto.
Sono gli stessi sequestratori che fanno sentire i messaggi dei parenti ai sequestrati per tenerli su di morale, questi vivono incatenati, nelle foreste, spostandosi continuamente da un luogo all’altro.
Per il 95% dei colombiani, chi commercia in droga, fa attentati, uccide e sequestra non sono insorti, ma solo terroristi narco-comunisti. Sono le FARC stesse ad ammettere il sequestro per fini economici, lo dice Raul Reyes, portavoce delle FARC in una intervista pubblicata da Limes nel febbraio 2000: “ molti industriali versano spontaneamente le imposte ai nostri comandanti, altri sono presi in ostaggio dai nostri guerriglieri per costringerli a farlo”. |