Sono dieci mesi che milioni di viaggiatori affrontano negli aeroporti una situazione senza precedenti nella storia del paese. Si tratta di dieci mesi di ritardi, cancellazioni, file allucinanti, overbooking, spesso nella disinformazione più totale, risse e tumulti con interventi della polizia. Purtroppo anche due incidenti aerei che hanno provocato, uno dieci mesi fa, quello della Gol che si è scontrato in volo con un piccolo jet privato nei cieli dell’Amazzonia con 154 morti, ed il 17 di Luglio con ben 200 morti, il più grande della storia dell’aviazione civile brasiliana.
Da mesi, con pause più o meno lunghe, i mezzi d’informazione ci danno le immagini della disperazione di chi è stato lasciato in attesa per lunghe ore o addirittura per giorni negli aeroporti, spesso senza assistenza o informazione alcuna.
Pur essendo vero che solo l’8% della popolazione usa il trasporto aereo, bisogna sempre ricordare la natura particolare del paese, ossia una dimensione continentale. Forse i numeri possono dare meglio il significato di questo dato, primo esempio: in larghezza il paese misura 4160 chilometri ovvero la distanza tra Palermo e Capo Nord, in lunghezza da nord a sud, da Boa Vista capitale dello stato di Roraima a Porto Alegre capitale dello stato di Rio Grande del sud, è di 3830 chilometri, come tra Lisbona e Mosca in un paese, si badi bene, che non ha una rete stradale degna di questo nome ed una rete ferroviaria ancora peggiore. Da qui si può comprendere cosa significhi il caos aereo per tutta la vita del Brasile, da quella economica a quella civile, per non dire del turismo che ha visto nel Nord e nel Nordeste cali di presenze dal 25% al 40%. Sarebbe molto lungo, forse inutile, raccontare la marea di dichiarazioni, di interventi, di minacce, di richieste.
Lula qualche mese fa ha chiesto con toni duri e perentori giorno ed ora della fine della paralisi del traffico aereo. Nulla. Non sono mancate “gaffe” colossali. Quella del ministro della fazenda, il potente controllore dell’economia brasiliana Guido Mantega “il caos, frutto della prosperità, no?” Ma il titolo di “gaffer” è stato vinto sicuramente dal ministro del turismo Marta Suplicy che con un ineffabile sorriso ha detto testualmente: ”il caos? Rilasciati e godi! “
A completare il quadro, che appare assurdo, di quotidiana disperazione negli aeroporti ci pensa il consigliere di Lula, Marco Aurelio Garcia, che è stato ripreso dalla tv mente faceva un gesto osceno nell’apprendere la notizia che la responsabilità per la tragedia della Tam sembrava non essere del governo.
È difficile cercare di capire di chi sia la responsabilità di questa situazione. Riteniamo utile riportare un piccolo brano preso da un servizio apparso sulla rivista “Istoè” il 25 di luglio: ”Il disastro del volo 3054 della Tam, il maggiore della storia aerea del Brasile ed uno dei più grandi del mondo, accade solamente 10 mesi dopo l’incidente dell’aereo della Gol che distrusse la vita di altri 154 passeggeri ed annientò decine di famiglie. Nell’intervallo tra i due incidenti, il caos negli aeroporti, il ritardo degli interventi, l’inazione del sistema dei controlli, l’incompetenza delle autorità, l’insaziabile avidità di guadagno delle ditte che lavorano nel traffico aereo, hanno composto un quadro d’orrore che è nel suo insieme essenziale per comprendere la tragedia.” È utile ricordare che il settimanale che ha scritto queste cose è di sinistra e molto vicino a Lula e al PT. Nel mese di Agosto si è verificato il primo atto concreto, il cambiamento del ministro della difesa. Nei cieli il caos sembra calmarsi un poco.
Chiudiamo riportando alcuni dati apparsi nel numero di Agosto della rivista Veja. Dice il settimanale che i passeggeri nel decennio 1997/2007 sono aumentati da 13 milioni a 36,5, ovvero del 180 per cento, la flotta degli aerei solo del 19%!!. Il bilancio del caos ci dice che meno della metà dei passeggeri è riuscita ad arrivare in orario, oppure che 527.000 voli o ritardarono, o hanno avuto overbooking, o furono cancellati tra il novembre del 2006 e il giugno di quest’anno. Veja ci dice inoltre che nel 2007 solo 22,4 milioni di passeggeri riusciranno ad imbarcarsi ed arrivare in orario. Il caos ha prodotto l’allungamento dei tempi di volo, così, mentre prima ci volevano 45 minuti tra Rio e San Paolo, ora ne occorrono 90, prima tra San Paolo e Salvador il tempo di percorrenza era di due ore e un quarto, adesso è di tre ore e quarantacinque minuti!
Di tutto questo, salvo l’incidente aereo, poco è apparso sui mezzi di informazione italiani.
Speriamo bene per i turisti italiani che hanno deciso di girare questo stupendo e meraviglioso paese che è il Brasile.
Roberto Lovari |