A Roma, nei locali dell’ambasciata del Brasile nella stupenda piazza Navona, è stata lanciata la prima campagna promozionale di Embratur (Istituto del turismo brasiliano), diretta agli italiani. Lo scopo della campagna denominata in inglese “become a fan” (diventa un fan) è di aumentare la presenza degli italiani in Brasile. Al lancio dell’iniziativa ha partecipato il presidente dell’Embratur, Jeanine Pires. Con una spesa preventiva di 720.000 euro, locandine e inserzioni appariranno su quotidiani, riviste e su internet. La pubblicità sul Brasile apparirà sui trasporti pubblici di città come Roma e Milano. Indubbiamente ritratta di una iniziativa utile ed interessante, sperando che si tratti dell’inizio di un cambiamento di strategia del Brasile sul turismo. Infatti per il Brasile il turismo, Ad oggi, è stata una grande opportunità perduta. Gli italiani sanno bene come questa voce sia stata di grande utilità per creare lavoro e reddito quando il paese non aveva ancora fatto quel boom economico che lo avrebbe collocato tra i dieci paesi più sviluppati del mondo. Il Brasile, un paese dalle immense possibilità turistiche, ricava dal turismo straniero meno di quello che i turisti brasiliani spendono all’estero: circa 4,3 miliardi di dollari contro più di 5 spesi nel mondo dai brasiliani. La situazione peggiora se si vanno a vedere i dati, secondo l’OMT il Brasile occupa solamente il 36° posto come meta turistica e il 39° per il fatturato. Si aggiunga lo studio fatto dal Forum Economico Mondiale sulla competitività su 124 paesi, il Brasile occupa il 59° posto! Nel materiale fornito nella conferenza si dice che “i dati sulle entrate del dicembre 2006 superano dell’11,35% quelli dello stesso mese dell’anno precedente”. Bene, ma si tratta di entrate finanziarie, il numero dei turisti stranieri è diminuito nel 2006 nei confronti del 2005 da 5,4 a 5,1 milioni!!
Exame, la più prestigiosa rivista di economia, ha cercato di capire il perché di questo passo indietro di fronte ad una crescita mondiale del turismo internazionale. Certamente la crisi della Varig, con le conseguenti chiusure di molte linee internazionali, è, dicono i ricercatori, una delle tante cause. Cause che vedono in primo luogo la sicurezza pubblica, il pessimo stato delle infrastrutture aeroportuali e viarie. Si aggiunga l’incubo dei blocchi negli aeroporti per cause varie: eccesso di traffico, piogge che bloccano le piste, scioperi dei controllori di volo. Scene di migliaia di persone, brasiliane e straniere, disperate ed abbandonate per ore negli aeroporti hanno dato un colpo durissimo. Un paese meraviglioso, un popolo dolce e cortese, una grande cultura vietate al godimento di milioni di stranieri. Speriamo che questa campagna significhi un cambiamento, ma un cambiamento serio. Ci permettiamo di dire che 730 milioni di euro di pubblicità per 55 milioni di italiani e 300.000 turisti italiani in Brasile nel 2006 ci sembrano pochi. Speriamo che presto ci sia un volo che anche da Roma e dal sud porti i turisti direttamente a Bahia senza dover passare prima da Milano, Lisbona o Madrid. I 123.000 visitatori del 2006 fanno di questa città la più visitata dagli italiani dopo Rio. |