A cinque mesi dalla sua rielezione il Presidente Lula ha terminato la formazione della squadra che governerà fino al 2010. Lula, a differenza del passato, si è assunto personalmente la fatica di riscegliere uomini e partiti. Non si è trattato di un lavoro facile, dato il grande numero e la complessità dei partiti presenti nel congresso.
Lula si può sentire soddisfatto del risultato ottenuto, la vicenda della sconfitta di Aldo Rebelo, suo candidato, sembra acqua passata. Il primo dato che emerge è che questa volta il PT non la fa da padrone come nel primo mandato, non solo per il numero, ben 15, ma anche per la qualità: non solo educazione e sanità, ma gli strategici finanze e casa civile, o quelli con molti soldi in bilancio, come i ministeri delle città e dello sviluppo sociale.
Certamente anche nel nuovo governo il PT ha ancora 15 ministeri, ma ha perso peso ed influenza. Il personaggio di punta che, secondo il gruppo di maggioranza del PT guidato dietro le quinte da Jose Dirceu, dovrebbe essere il candidato alle presidenziali del 2010, l’ex sindaco di San Paolo Marta Suplicy si è vista assegnare il ministero del turismo che non è certo lo strumento più adatto per far crescere nel paese la sua figura. Un altro elemento di rilievo è il mantenimento di Dilma Rousseff alla “casa civil” (capo di gabinetto), la ex guerrigliera ha fama di dura e dovrà coordinare le politiche dei ministeri. Altro elemento di novità è l’affidamento ad un non petista della carica di ministro delle relazioni internazionali al petebista Walfrido Mares Guia. A lui spetterà di coordinare i partiti che costituiscono la maggioranza di Lula nel Congresso. Questa volta Lula non ha cercato di legarsi ai gruppi dei partiti, ma ha scelto di trattare ufficialmente con i partiti. Il risultato è sicuramente ottimo, il PMDB, con i suoi novanta parlamentari, è in maggioranza e nel Governo con ben cinque ministri.
Lula ha cercato tutti e ha messo dentro tutti quelli che si sono dichiarati disponibili. PT, PMDB, PTB, PP, PR, PSB, PCDOB e altre piccole sigle sono la garanzia che la politica di Lula non soffrirà né sconfitte né rallentamenti nei due rami del Congresso. Certamente l’elasticità non è mancata al vecchio sindacalista. Infatti nel nuovo governo ci sono figure che erano duri oppositori nel primo mandato, come il baiano pemedebista Geddel Vieira Lima che prende il potente ministero dell’integrazione nazionale.
Lunga e difficile anche la trattativa con il PDT, il vecchio partito socialista dello scomparso Lionello Brizola. Alla fine ha spostato il sindacalista dal lavoro alla previdenza per assegnarlo al presidente del PDT Carlos Lupi. Certamente Lula ha dovuto dire dei no, e li ha detti su alcuni nomi proposti dai partiti ma con qualche problemino nella giustizia. Certamente il Presidente non ha potuto concretizzare anche l’idea di portare al governo il brillante Delfin Neto, l’autore del miracolo economico al tempo dei militari o il grande imprenditore suo amico Gerdeu. Elementi che non scalfiscono il quadro complessivo che appare forte, di qualità e dotato di un elemento indispensabile, di una buona maggioranza nel Congresso. Per chiudere, il ministero della difesa è rimasto nelle mani dell’anziano e prestigioso Waldir Pires, voci parlano di quel ministero per Aldo Rebelo, per ripagare il PCdoB e lui stesso delle amarezze subite durante la nomina del Presidente della Camera. |